Ogni tanto ci arrivano dei messaggi, simili a quelli che vengono messi nelle bottiglie e affidati al mare con la speranza che qualcuno li raccolga, li legga e in qualche modo risponda.

Ci piace immaginare che questo spazio possa fare proprio come le onde del mare che portano sulla spiaggia alcune di queste bottiglie cariche di parole, come quella che consegnamo oggi sulle vostre sponde… è firmata Cre, una vecchia conoscenza di questo blog

“Lunedì. Sono al lavoro ormai da due ore, ma questa sensazione non passa..dovro aspettare anche tutta la giornata a volte.

Parlo del giorno dopo aver fatto quella minuscola punturina. C’è cosi poco liquido ed e cosi piccola che mai potrei pensare a dei risvolti cosi pesanti il giorno seguente .

Sto pensando a voi amici a voi che forse oggi vi sentite come mi sento io e vi vorrei vedere uno ad uno per potervi stringere e per condividere con voi tutto questo.

Siete distanti e non lo posso fare allora vi scrivo perché ho bisogno di questo abbraccio.

Mi fanno male le gambe, mi sento la febbre e vorrei che con uno schiocco di dita tutto questo fastidio passasse.

Invece devo

pazientare. Aspettare che questo effetto finisca.

Aspettere

……..allora una parola lanciata nel mare con un motivo è un salvagente che semplicemente fa il suo dovere, una parola che non affonda che magari genera un’onda che increspa il

piattume e lava il letame………”

Cre

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