Emozioni in mente: cerco un centro di identità permanente

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Nasciamo, cresciamo, moriamo. È inevitabile. E mentre cresciamo cambiamo, molto, in termini corporei, mentali e relazionali. Costruiamo la nostra identità nel tempo, faticosamente, e con ogni probabilità non senza passare per strappi, dolori e momenti “limbo” in cui nemmeno noi sappiamo rispondere alla domanda “chi sei?”. Ora, non che sia tutto scossoni e terremoti. A parte alcuni momenti, per lo più integriamo i cambiamenti in modo abbastanza naturale e “scorrevole”.

L’identità personale è un costrutto complesso, nel senso che racchiude molti aspetti. I principali:

  1. L’identità fisica: costituita dalla fisionomia del viso e dalle altre caratteristiche somatiche (sesso, altezza, peso, forme corporee).
  2. L’identità sociale, ossia un insieme di caratteristiche quali l’età anagrafica, lo stato civile, la professione, il livello culturale, l’appartenenza ad una certa fascia di reddito.
  3. L’identità psicologica, ovvero la personalità,  il modo di comportarsi  e di reagire agli eventi.

Intuitivamente gli eventi e passaggi normativi, cioè quelli che ognuno di noi può aspettarsi nella propria vita, incidono su questi aspetti. Pensiamo, ad esempio, a tutti i cambiamenti fisici, relazionali e psicologici che l’adolescenza comporta. Ognuno di noi potrà aver fatto esperienza di un’adolescenza più o meno tormentata, in cui a tratti il corpo o parti di esso saranno state odiate o amate. In cui il modo di reagire agli eventi avrà oscillato da un polo estremo all’altro. In cui rapportarsi con gli altri sarà stato facile o tremendamente difficile.
Poi l’adolescenza finisce, se ne esce sapendo qualcosa in più di se stessi e con qualche punto di riferimento in più sul fatidico “chi sono?”.

Oltre agli eventi normativi, però, nella vita si possono incontrare eventi paranormativi, cioè quelli imprevedibili e che hanno un forte potere destabilizzante. La diagnosi di SM è uno di questi.

Di fronte ad un evento del genere spesso tutto viene momentaneamente messo in discussione e quelle poche o tante certezze sul “chi sono” sembrano perdersi in altri mille quesiti. L’identità corporea subisce degli scossoni “come mai il mio corpo non risponde più come prima?”, ma anche quella sociale “che farò nella vita? sarò in grado di finire gli studi o portare avanti il lavoro? come  mi vedono gli altri?” e quindi anche quella psicologica “non mi riconosco più, prima affrontavo tutto con una grinta diversa mentre ora non sembro più io”.

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Nella mia esperienza questa crisi identitaria a seguito della diagnosi di sclerosi multipla può esserci immediatamente, o dopo qualche tempo, al primo sintomo o ad una ricaduta particolarmente aggressiva. Teoricamente potrebbe anche non esserci. Anche se credo che sia questione di difese psicologiche e tempo, e che quando ostinatamente “va tutto così esclusivamente bene” ci sia più da preoccuparsi, come se avessi a che fare con un vulcano apparentemente spento.

Quindi se la cattiva notizia è che una crisi personale è per così dire inevitabile, la buona notizia è che l’esito di questa crisi non è scontato e che anche dalla sensazione di aver toccato i più profondi abissi…si può riprendere a galleggiare prima e a nuotare. Non c’è un tempo predefinito, ma è certo che possa accadere. Attraversando quel buio, standoci dentro. E andando oltre la sclerosi multipla.

Se avete domande potete scrivere una e-mail a blog@giovanioltrelasm.it con soggetto “Emozioni in mente” e raccontarmi la vostra esperienza. Alla prossima!

 

 

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