Così ho imparato a dirmi “brava!”

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Eccomi qui, in un pomeriggio senza impegni, per fortuna. Ne avevo bisogno. Sono nella mia stanza, ascolto musica country che fa rilassare i miei neuroni e le dita sono desiderose di scrivere, a distanza di quasi un anno da quando ho iniziato a seguirvi.

Non so da dove iniziare, vorrei dire tanto, ma sto imparando a dire quel che basta e a fare ciò che mi fa star bene. Sì, perché ci voleva Lei per farmelo capire. Sembra assurdo, ma mi ha dato una reale ragione per amarmi davvero. Non dico certo che sia facile, avrei preferito anche un altro tipo di segnale, ma va bene così. Non so se mi ha scelto lei o l’ho scelta io, non lo saprò mai, ma poco importa.

Ho 33 anni, mi chiamo Valentina, sono di Bari e ho la sclerosi multipla. Probabilmente mi fa compagnia da 10 anni, ma ero talmente presa a non ascoltarmi che l’ho scoperta solo nel 2014, dopo un fine 2013 assurdo, tremendo.

L’ho fatta davvero incazzare e per fermarmi, dopo mesi di tremolii sotto l’occhio, alla guancia, al labbro, notti insonni, pensieri confusi, parole a metà, inciampi fisici e del cuore, ha dovuto farmi venire una emiparesi facciale (a sinistra, perché a destra ci aveva già pensato 10 anni fa, ma è passato per un colpo di freddo).

È strano, dopo averne parlato altre volte e soprattutto nel mio corso di counseling, quasi mi pesa raccontare tutti i particolari, mi sembra di togliere linfa vitale al presente. Studio e imparo a vivere il “qui ed ora” e per una freudiana come me, ce n’è voluto! Mi sono laureata in psicologia, ma non ho voluto proseguire con le patologie, non ho voluto più indossare i panni di una dottoressa che azzarda diagnosi e definisce “borderline” una ragazza di 32 anni, in piena ricaduta.

Ho scelto di proseguire gli studi con il counseling per lavorare con le emozioni vive, che semplicemente hanno smesso di fluire e laddove c’è stata un’interruzione del ciclo di contatto con il proprio sé o con l’ambiente, guardare negli occhi un’altra persona e poterle dire: “ascoltati, concediti di concederti il giusto tempo per te, di respirare con le tue modalità, di perdonarti. Il grazie lo devi a te e nessun’altro e non c’è nulla di male a dirti “brava!””.

Nella nostra scuola c’insegnano che quello che diciamo agli altri o che vorremmo arrivasse, è semplicemente ciò che ci stiamo dicendo e, sì, dopo tanta fatica, un “brava”, me lo prendo tutto senza nessuna difesa da mettere in atto.

Valentina

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5 commenti

  1. Stima profonda!
    “ascoltati, concediti di concederti il giusto tempo per te, di respirare con le tue modalità, di perdonarti. Il grazie lo devi a te e nessun’altro e non c’è nulla di male a dirti “brava!”” questo è il senso della vita….che ci sia voluta lei per capirlo è solo un dettaglio.

    Giù a testa alta e denti stretti!!

    Un abbraccio,
    Ciao!

  2. Ciao Valentina, io e mia moglie Aurelia siamo di Messina, lei ha SM da 5 anni; ed io scrivo con il suo permesso.
    Intanto ti diciamo “brava”! Abbiamo letto la tua esperienza, hai detto che ti sei laureata in psicologia, ma non
    hai voluto più proseguire per le patologie, ma hai scelto gli studi sulle emozioni vive ( counseling )
    Si per amarti di più; giustissimo— ama il tuo prossimo come- te stesso questo fu il comandamento di Gesù.
    Ma siamo sempre portati a pensare agli altri….. solo quando siamo con le spalle al muro ci guardiamo meglio
    e cominciamo a meditare, cominciamo a chiederci cose di cui prima non ci si pensava affatto.
    Ancora “brava” forza e coraggio, pazienza e determinazione; l’armonia, l’affetto e l’amore fanno la distinzione.
    Questa la migliore cura!!

    L’augurio più forte per andare avanti!!

    Un’abbraccio da Aurelia ed Antonino (la sua ombra)

  3. Grazie Valentina,
    grazie per aver messo in parole questa profonda filosofia di vita : “dire quel che basta e a fare ciò che fa star bene”. Se non ti spiace ne faccio un poster e lo appendo in camera da letto, in modo da averlo ben presente tutte le mattine appena sveglio.
    E pazienza ci sia voluta la SM, lo ascriviamo nella lista dei suoi “meriti”.
    Mentre te lo dici tu, mi unisco anche io: BRAVA, BRAVA, BRAVA!

  4. Non avevo il coraggio di pubblicarlo, ma tacere non mette al riparo…la guerra la vinceremo Noi!

    Grazie a tutti.
    Vi abbraccio forte

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