Lungo il Cammino di Santiago con la sclerosi multipla

Oggi pubblichiamo la storia di Marco. Insieme alla sua sclerosi multipla ha affrontato il celebre Cammino di Santiago, lungo percorso che attraversa la Francia e la Spagna e porta, fin dal Medioevo, i pellegrini al Santuario di Santiago di Compostela dove si trova la tomba dell’Apostolo Giacomo il Maggiore.

Sono Marco, ho quasi 30 anni e voglio raccontarvi la mia esperienza di pellegrino sul Cammino di Santiago, insieme alla mia sclerosi multipla.

Ad accompagnare i miei pensieri mentre scrivo è una canzone di Pino Daniele che si intitola Viaggio senza ritorno, sì perché il Cammino di Santiago è un viaggio che comincia già prima della partenza e continua anche dopo aver raggiunto la meta.

La partenza

Sono arrivato a Leon, in Francia, l’11 giugno in compagnia di tre amici e da lì abbiamo cominciato il nostro viaggio verso Santiago di Compostela, in Galizia (Spagna).

L’itinerario del Cammino di Santiago ha inizio dai Pirenei francesi e Leon si trova a circa metà del percorso. Giunti sul posto pronti a cominciare quest’avventura che attendevo con ansia ormai da parecchi mesi, abbiamo incontrato tanti pellegrini che erano lì solo di passaggio o che stavano iniziando come noi questa esperienza.

Alessandra, Eleuteria, Marzia, Fabio, Lucia, Roberto, sono solo alcuni dei ragazzi con cui abbiamo condiviso chilometri e fatica, ma anche tanti bellissimi momenti di scambio in cui sono venute fuori le ragioni che ci avevano spinto fino a lì, le emozioni che ci portavamo dentro e quelle che stavamo via via raccogliendo in ogni tappa del nostro viaggio.

Incontri e scoperte

Ogni «pit stop» nelle città che si trovano lungo il Cammino, infatti, è l’occasione per vivere una vera comunione: si condividono i pasti, il sonno ed anche gli acciacchi dovuti al tanto camminare. Inoltre, ad ogni tappa bisogna aggiungere un Sello alla propria Credenziale: si tratta di un timbro che viene apposto su una specie di passaporto di cui ogni pellegrino è fornito e che ti permette di ricevere, giunti a Santiago, la Compostela (da cui prende il nome la città stessa), ossia una pergamena scritta in latino che attesta il compimento del Cammino, sia esso a piedi, a cavallo o in bicicletta.

Lungo il Cammino ho incrociato persone provenienti da ogni parte del mondo e appartenenti a qualunque religione, e ho attraversato luoghi che mi porterò sempre nel cuore. Ho incontrato David, un ragazzo solitario che vive lungo il tragitto offrendo ai pellegrini cibo e acqua di una semplice in cambio di una piccola offerta e ho visto posti simbolo di questa esperienza.

Penso alla Cruz de Hierro (Croce di Ferro), o a Villa Franca del Bierzo – O Cebreiro, tappe obbligate per i pellegrini che si dirigono a Santiago de Compostela e che mi hanno regalato momenti indimenticabili in cui non sentivo neppure la fatica. La Cruz de Hierro, per esempio, è una croce risalente all’epoca dei Templari che sorge a 1500 metri. Qui ogni pellegrino lascia una pietra che ha portato con sé fin dalla partenza e che simboleggia le difficoltà e la fatica del cammino.

Credevo che la SM mi avrebbe fermato

Prima di partire pensavo che l’unica cosa che mi avrebbe fermato sarebbe stata la sclerosi multipla, soprattutto pensando alle alte temperature. Invece, a tenermi a «riposo» per un paio di giorni sono state una vescica al dito del piede ed una slogatura presa andando giù da O Cebreiro. Slogatura di cui porto i segni ancora adesso, ma che non mi ha impedito di raggiungere la meta.

Per andare da Leon a Santiago ho percorso a piedi una media di 27 chilometri al giorno portando in spalla uno zaino (la mia casa), del peso di circa 9 chili e facendo una tappa più o meno ogni 32 chilometri. Dopo essere caduto, imbottito di antidolorifici sono andato avanti con determinazione perché il Cammino di Santiago è un percorso che si fa prima di tutto con sé stessi e in cui si impara ad affrontare ogni fatica, fisica ed emotiva.

La gioia e l’emozione dell’arrivo

Durante gli ultimi 4.7 chilometri che mi separavano dalla cattedrale di Santiago di Compostela, punto d’arrivo, mi sembrava di volare. Lo zaino improvvisamente non pesava più ed anche se il dolore alla caviglia era forte e persistente, la voglia di prendere in mano quella pergamena, mi spingeva a non mollare.

Ricevere la Compostela per aver percorso 322 chilometri a piedi, infatti, è proprio una bella emozione, così come è bello ritrovare gli altri pellegrini incontrati lungo il percorso e riabbracciarli sperando di rivederli ancora.

Ogni pellegrino durante il Cammino prova emozioni diverse, personali, intime, ma come ho detto all’inizio questo è un’esperienza che non si esaurisce con l’arrivo a Santiago perché è proprio da quel momento che comincia il vero percorso, quello che ti accompagna nella vita quotidiana.

Ad ogni modo, se ho potuto vivere tutto questo è anche grazie al supporto della mia famiglia e ai miei amici, i miei compagni di viaggio: Stefano, Luigi e Giovanni.

E voi, se potete, indossate le scarpe e camminate nei boschi tra le montagne. Camminare in solitaria ed immersi nella natura è qualcosa che dona pace e tranquillità.

Marco

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27 commenti

  1. Ciao Marco,
    Ho letto il tuo racconto con grande ammirazione, sei stato una macchina da guerra che ha camminato e camminato con tanta forza e forza di volontà.
    A differenza tua io non riesco a a camminare molto per via del continuo cedimento delle gambe e della continua spossatezza.
    Detto ciò, credo che ascolterò il tuo consiglio di camminare in solitaria, magari proverò pian piano a fare qualche passeggiata rilassante tra la pineta.
    Vanessa

    • Ciao Vanessa anche le mie gambe cedevano tempo fa, con i formicoli del caso quando mi fermavo, cerca d’aumentare il limite, sempre con molta calma, ascolta il tuo corpo…

  2. Complimenti Marco! Un traguardo per te molto speciale.. Così come le emozioni che mi hai trasmesso! Grazie davvero!!!

  3. È il sogno della mia vita , rimandato per non aver mai avuto il tempo necessario per assentarmi così tanti giorni dalla mia vita sempre troppo piena d’impegni (lavorò famiglia figli)e la malattia che ha le sue ricadute tutte le volte che meno me le aspetto, e il tempo passa ed io ho sempre meno forze io che camminavo per ore ed ore , specialmente in montagna e dove riuscivo a dimenticare la fatica della malattia.
    Ma non smetto di crederci e un giorno spero non troppo lontano ci riuscirò, lasciando a casa tutte le mie preoccupazioni e prendendomi tutto il tempo necessario.

    • Ciao Rossella già sei in Cammino, anche se non sei materialmente in Cammino, già avere il pensiero d’intraprendere il Cammino, ti mette sulla strada.
      Prova a prendere in considerazione Sarria-Santiago sono circa 120km(minimo utile per la Compostela)

  4. Complimenti!
    Non arrenderti mai!
    È una lotta continua!
    Te lo dice uno, che combatte dall’8 dicembre 1993.

  5. Con 20 anni in più ho fatto anche io la tua esperienza Marco! Sono partita anche io da Leon con le tue stesse paure di non farcela e agli ultimi kilometri anche io volavo… quando sono entrata nella piazza ho stretto così forte mio marito che nonostante sia un gigante ha sentito tutta la mia energia …ed ho pianto dalla gioia. Ho perso il mio diario che doveva servire a raccontare al mondo di noi con SM tutte le mie vittorie e di questo ancora mi rammarico. Esperienza bellissima.

  6. Bravo Marco,è il mio sogno. non sono una giovane con S.M. ma una matura signora con S. M. Diagnosticata 18 anni fa. Cammino con i bastoncini da trekking e arrivo a 5/6 km. Mi spaventa pensare tutti quei km ….le tue parole mi hanno toccato il cuore e tutto il desiderio di quel percorso è riaffiorato . Ti auguro tutto il bene possibile sei un ragazzo meraviglioso. Rosanna

  7. Ciao! Complimenti!
    Anche io vorrei farlo ma mi pongo il problema della terapia. Dovrei portare con me l’interferone. Come hai fatto?

  8. Marco, sei stato davvero una roccia complimenti volere é potere e quando sei così motivato niente ti può fermare.

  9. Che dire? Sei un grande, il cammino di Santiago è il mio sogno, ma non so se la mia SM mi permetterà di realizzarlo…. Magari….

  10. Ben detto. e’ meraviglioso immergersi nella natura ed entrare in un bosco. Bisogna saper entrare con uno spirito di essere coinvolto nella natura. Ascoltare il SILENZIO, si ad ascoltare il silenzio è bellissimo, si ascoltare il silenzio.
    Entri nel bosco, guarda le ombre e le luci, ascolta il fruscio delle foglie, il rumore dei ruscelli che scendono a valle. Ascoltare il cinguettio degli uccelli, vedere caprioli passare velocemente di fronte a noi. Poi se vai più in alto vedi grossi prati in fiori di mille colori, il fischio delle marmotte e in lontananza si vedono animali (camosci, stambecco….).
    Buon ascolto del silenzio a tutti. Ciao Terenzio

  11. bravo! e buon per te che riesci ancora a farlo! io sono felice di entrare in casa dopo 27 scalini e pensare che solo 5 anni fa camminavo per ore e ore in montagna. immagino la tua felicità e un pò ti invidio. fai molto bene a tenerti in forma, peccato che le usl non capiscono quanto è di fondamentale importanza la fisioterapia ma non quella fatta due ore a settimana ma tutti i giorni e con macchinari per tenere la musculatura attiva.
    la mia forma è progressiva quella povera di cure efficaci perciò insisto sulla fisioterapia.
    un abbraccio e continua così.

  12. Massimiliano badalacchi Reply to Massimiliano

    Ciao Marco mi chiamo Massimiliano e anche io saranno un paio di anni che mi voglio cimentare in questa avventura ma mi è sempre mancato il coraggio inizio con il pensare alla malattia e ai tanti problemi che un percorso lungo e faticoso comporta. Mi mancava una scossa iniziare a vivere nonostante la SM e aver letto della tua impresa Mi è stata di grande conforto. Spero un giorno molto presto di copiare la tua impresa.
    Un caro saluto e complimenti per quello che sei riuscito a fare.
    Massimiliano

  13. Ciao Marco,
    mi hai trasmesso così chiaramente le tue emozioni che mi è sembrato di viverle in prima persona, noi affetti da SM siamo tutti fieri di te e spero che anche io un giorno possa avverare il sogno di fare questo meraviglioso cammino, anche se dovesse essere quello più corto.
    Un abbraccio.

  14. Ciao Marco,
    Anche io ho fatto il Cammino di Santiago.
    L’ho fatto in compagnia di mio papà e della mia MTB, oltre che della mia compagna di vita, la sclerosi multipla e di mia mamma che ci forniva supporto tecnico.
    Siamo partiti da Saint Jean, ultimo paesino francese e siamo arrivati in 7 giorni a Santiago, circa 800km totali.
    Esperienza intensa ed indimenticabile, posti incantevoli e persone, pellegrini stupendi.
    So quanto è duro il tragitto…ma l’arrivo a Santiago dopo tanti giorni e tanta fatica non ha prezzo.
    Complimenti per questa tua impresa!!!

    • ciao marco…intanto complimenti!!!
      grandissimo!!!
      un guerriero!!!

      vorrei chiederti, visto che faccio iniezioni a giorni alterni per la sm;
      e devo tenere la siringhe in frigo…ci sono problemi nei vari ostelli?…
      o all’arrivo non hanno problemi a tenerle secondo te?

      grazie mille

  15. Per il 2018 non so ancora se ho intenzione di partire da Saint Jean o intraprendere il cammino Portoghese.
    Il cammino deciderà da dove farmi partire.

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