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Giovani, affetti da una grande patologia, la ricerca scientifica!! Eccoli i tre ricercatori che saranno al IV Convegno Giovani Nazionale impegnanti in una tavola rotonda incentrata sulle domande che

Lui è la persona che dice le cose senza alcun senso, un uomo al quanto strano agli occhi e alla mente della gente. E’ una persona che vive la sua giornata in assoluto menefreghismo, nella la sua totale spensieratezza, senza stare lì fermo a soffermarsi sui grandi e piccoli punti interrogativi che la vita ti serve su di un piatto d’argento. Non si sforza minimamente a cercare né le risposte né i tanti perché, perché sa benissimo che una risposta vera e propria non esiste e non la si troverà mai, in tutto questo immenso caos che oggi la vita ci riserva. Sé pur consapevole di questo suo grande impedimento volontario, cerca in ogni modo di dare a te un consiglio, una giusta risposta nei suoi discorsi insensati, pronunciandola nel dialetto locale: “Le cose si guastano.. Le cose si devono sistemare..!!!”

Mele, mele e meleeeeeee! Questa è la parola d’ordine di tutti i preziosi volontari che oggi e domani troverete nelle piazze in tutta Italia in occasione di “Una mela per
3 risposte
Brava, posso portare la mia esperienza di appassionato di montagna e alpinista (mediocre). Ho quasi 30 anni di diagnosi (1989), nei primi due anni camminavo normalmente, successivamente sono comparsi i primi sintomi evidenti. Nonostante ciò ho fatto ascensioni di tutto rispetto sia a piedi che con gli sci da scialpinismo almeno fino a fine anni 90 (pur, lo riconosco, rischiando qualcosina ogni tanto); successivamente e molto gradualmente le forze diminuivano e i problemi di coordinazione in discesa aumentavano. Ma non ho mai smesso di andare in montagna. Ora, a quasi 30 anni dalla diagnosi riesco a fare i miei 3-400 metri di dislivello, anche di più se il terreno è agevole. Lo scialpinismo l’ho abbandonato da tempo perché troppo complicato da gestire. La montagna è stata la mia medicina, almeno altrettanto efficace che copolimeri o interferoni vari; almeno… io ne sono convinto. Continua così, senza forzare ma senza scoraggiarti se dovessi vedere che le energie non sono più quelle di un tempo: semplicemente… VAI.
Ciao Andrea… Hai detto bene, la montagna è anche per me la mia medicina. Tutto è più “leggero” in alta quota e nonostante le difficoltà, non gliela do vinta… guardo il sentiero che mi rimane da percorrere e vado avanti!
purtroppo non e cosi , malato da 16 anni camminavo scalavo anche io purtroppo la sm primariamente progressiva non mi ha dato scampo,