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Guardando nel web stamattina mi sono imbattuta in una notizia allettante. Si tratta di un Contest sul tema del lavoro disabile, per sensibillizzare la gente, soprattutto per abbattere le barriere

Ai primi posti della mia classifica dei fattori fondamentali per affrontare nel migliore dei modi la malattia nella vita quotidiana, possiamo trovare: “l’Amicizia”. Ebbene si, gli Amici. Non c’è cosa più bella e sincera di un vero amico/a.

Nei giorni di festa mi è capitato di rivedere su internet repliche del programma ServizioPubblico di Michele Santoro. In una puntata riguardante la cancellazione delle tratte ferroviarie da sud a
3 risposte
Brava, posso portare la mia esperienza di appassionato di montagna e alpinista (mediocre). Ho quasi 30 anni di diagnosi (1989), nei primi due anni camminavo normalmente, successivamente sono comparsi i primi sintomi evidenti. Nonostante ciò ho fatto ascensioni di tutto rispetto sia a piedi che con gli sci da scialpinismo almeno fino a fine anni 90 (pur, lo riconosco, rischiando qualcosina ogni tanto); successivamente e molto gradualmente le forze diminuivano e i problemi di coordinazione in discesa aumentavano. Ma non ho mai smesso di andare in montagna. Ora, a quasi 30 anni dalla diagnosi riesco a fare i miei 3-400 metri di dislivello, anche di più se il terreno è agevole. Lo scialpinismo l’ho abbandonato da tempo perché troppo complicato da gestire. La montagna è stata la mia medicina, almeno altrettanto efficace che copolimeri o interferoni vari; almeno… io ne sono convinto. Continua così, senza forzare ma senza scoraggiarti se dovessi vedere che le energie non sono più quelle di un tempo: semplicemente… VAI.
Ciao Andrea… Hai detto bene, la montagna è anche per me la mia medicina. Tutto è più “leggero” in alta quota e nonostante le difficoltà, non gliela do vinta… guardo il sentiero che mi rimane da percorrere e vado avanti!
purtroppo non e cosi , malato da 16 anni camminavo scalavo anche io purtroppo la sm primariamente progressiva non mi ha dato scampo,