Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Voglio diventare una cake designer

Photo by Hanna Pedroza on Unsplash

Sul numero 4/2017 di SM Italia, leggiamo l’entusiasmo di Valentina, pronta ad affrontare le sfide del futuro anche se a volte tornano i dubbi. E Patrizia, sulla rivista, le risponde con un’ulteriore iniezione di fiducia.

Già oggi per noi giovani è difficile pensare a un lavoro, cercare lavoro. Viene voglia di studiarsi qualche lingua e scappare all’estero… Quando arriva la SM poi, si complica tutto. Come t’immagini, chi sarai, cosa farai, dove andrai? E dove andrai, ti faranno problemi perché hai questa malattia? Incontrerai un ambiente favorevole? E tu stessa, ce la farai?

Io queste domande me le faccio da una vita, anche se ho 19 anni, perché la SM ho scoperto di averla a 15. È da quando avevo 9 anni che ce l’ho, e a 10 anni ho cominciato con quelle deliziose ‘iniezioni’ settimanali di cui ancora non sapevo il motivo. Volevano solo proteggermi, i miei genitori: li ho perdonati. Però esiste Google oggi, e le cose non si possono nascondere all’infinito. A un certo punto una risposta me la sono data: non ce la faccio. Si trattava di passare a un interferone più pesante e io avevo solo 15 anni. Così, ho lasciato il mio amato liceo artistico. Sono andata ‘giù’. Ho provato anche a lavorare in un bar, ma le terapie mi rendevano tutto faticoso.

I più pericolosi dei nostri pregiudizi
regnano in noi contro noi stessi.
Dissiparli è creatività.
Hugo von Hofmannsthal

Oggi è soltanto grazie ad AISM che sono rinata a nuova vita. Ho scritto nel blog, sono uscita fuori. Nuovi amici, i convegni, il volontariato, le gite a Rimini insieme, poter essere di aiuto ai neodiagnosticati. Mi sono sentita rinascere davvero. E così, sono ripartita alla carica. Ora ho intenzione di prendermelo, il mio diploma di liceo artistico, con le scuole serali. E intanto la mia arte la metto nelle torte, perché sono brava a cucinarle e a decorarle: voglio diventare una cake designer.

Lo devo a mia nonna, è lei che mi insegnò sul tavolo della cucina di casa nostra, a Monopoli. Di lavoro ce n’è, devo solo studiare e prepararmi, fare scuole e corsi, diventare brava, aiutare la mia famiglia a pagarmi i corsi per questa specializzazione, dopo il diploma serale. Insomma di idee ne ho tante, e voglio
mettermi all’opera. Ma ogni tanto, si riaffaccia il ‘buio’ di quel periodo, in cui pensavo, ‘tanto vale mollare’.

Valentina Laguardia

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Massimiliano

Una serata sull’isola che non c’è

Dicono che soltanto i bambini posso raggiungerla grazie alla loro immaginazione e alla loro grandissima voglia di giocare. Beh, posso assicurarvi che non è assolutamente vero, perché io su quest’isola ci sono stato, nonostante i miei 32 anni. Ed è stato veramente bello ed emozionante poter vivere e condividere questa bellissima esperienza assieme a tutti quelli che come me, sono riusciti a raggiungere l’isola (circa 280 persone). Questo mi ha fatto capire per l’ennesima volta che: non bisogna necessariamente essere dei bambini per continuare a fantasticare. Che nonostante le varie problematiche che la vita ci riserva, Noi abbiamo ancora una voglia di vivere non indifferente. Che basta un semplice sorriso, un pensiero felice ed un piacevole sogno per rendersi conto di quant’è meraviglioso continuare a vivere. Anche con la Sclerosi Multipla..!!!

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