Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

La mia impareggiabile voglia di vivere felice

voglia di vivere sclerosi multipla

Scira ha avuto tanta paura e continua ad averla a causa della diagnosi di sclerosi multipla. Non esiste una cura definitiva al momento. Ma le sue due bambine sono per lei una cura quotidiana. Ci ha mandato i suoi pensieri e noi li pubblichiamo volentieri, mandandole un grande abbraccio.

 

Ho sempre tanta paura, se penso al domani. Credo sia normale quando la tua “cara” nemica è la sclerosi multipla.

Ho avuto paura quel febbraio del 2014 quando mi fu diagnosticata, quando nello stesso anno ho avuto due ricadute, quei boli di cortisoni di 5 giorni, l’interferone troppo forte, la nuova terapia in pillole. La risonanza, dove ogni anno in quel tunnel maledetto, così rumoroso ti ripeti “fai che Lei dorma, fai che dorma…”.

Ho sempre paura. Ma non si vive solo di sclerosi multipla, devo vivere. Voglio ridere e sognare. Non posso fermarmi a 35 anni, tanto meno se al mio fianco ho due bimbe. Loro erano al mio fianco quando la mamma gridava che non voleva più vivere con la sclerosi multipla, quando la mamma improvvisamente spariva per qualche corsa in ospedale, quando piangeva e ogni volta aveva una bugia pronta per giustificarsi.

Allora osservo e decido ogni giorno di affiancare alla mia inseparabile paura la mia impareggiabile voglia di vivere felice.

Ok d’accordo, la sclerosi multipla attualmente non ha una cura definitiva. Ma io ho Ambra e Licia, le mie bimbe, la mia cura per questa vita tutta strana.

Scira

Se anche tu vuoi condividere la tua storia, scrivici!

2 risposte

  1. Proprio così Scira, i ns ragazzini ci danno la forza necessaria per affrontare le avversità sempre e comunque. Un abbraccio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Fanny

La scrittura come strumento di sé: un laboratorio per imparare a raccontarsi

Forse qualcuno si sta ancora domandando il senso di quel laboratorio, forse qualcuno l’ha capito e ne ha colto a pieno il senso e le sfumature. Era un esperimento, una prova che sicuramente ha permesso a tutti di condividere una parte che a volte teniamo segreta tra le pagine del nostro diario, un invito a scrivere, ad affrontare anche in questa maniera certe stanze buie, certi dolori. La scrittura che aiuta, la scrittura che fa sfogare, la scrittura che invoglia a scrivere ancora di più.

Leggi Tutto »