Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Una convivenza forzata

I primi incontri sporadici, poi la rivelazione (diagnosi) e la convivenza quotidiana. Alessandra non sa se abituerà mai alla presenza della sclerosi multipla nella sua vita. “Spero sempre di alzarmi una mattina e scoprire che qualcuno ha trovato il modo di mandarla via”

 

Io e Lei ci siamo incontrate la prima volta due anni fa in una piazza meravigliosa della mia città, non riuscivo a vederla bene, avevo la vista offuscata.

La seconda volta passeggiavo nel luogo in cui ho frequentato l’università e mi ha quasi fatta cadere. Successivamente ero al mare e di nuovo era lì, probabilmente mi si era attaccata ad una gamba perché non riuscivo a sollevarla bene.

Anche a Parigi ci siamo incrociate, lei mi ha strattonato e ho perso l’equilibrio. Ho deciso di chiederle il nome quando ha iniziato a farmi il solletico sotto i piedi.

Quasi un anno fa mi ha detto di chiamarsi sclerosi multipla. Sentirle pronunciare quel nome mi ha gelato l’anima, qualcosa dentro si è spezzato per sempre. Da quel giorno Io e Lei siamo sempre insieme…ci svegliamo, prendiamo il caffè, ci vestiamo per andare a lavoro, saliamo sull’auto, ci sediamo alla scrivania e iniziamo a premere tasti su un pc e a relazionarci con la gente.

Anche a pranzo e a cena stiamo insieme. Ho provato a dirle di non seguirmi quando vado a fare shopping o esco con gli amici, quando faccio la doccia o vado in palestra. Niente, mi resta sempre attaccata. Mi segue addirittura sotto le lenzuola che io sia sola o in compagnia. Ormai io non sono più sola, siamo Io e Lei…chi mi ama me deve amare anche Lei.

La nostra è una convivenza forzata, spero sempre di alzarmi una mattina e scoprire che qualcuno ha trovato il modo di mandarla via. Probabilmente non mi abituerò mai alla sua presenza a volte ingombrante, ma l’importante è che si resti il più a lungo possibile Io e Lei e mai Lei ed Io o soltanto Lei.

Alessandra

13 risposte

  1. Luca.
    Io la SM si e presentata a 16 anni nell’82 O DX in 3 gg mi si e annebbiata la vista dopo 45 g di ricovero e steroidi e tornata alla normalita ma e iniziato il calvario agli arti inferiori e fino adesso convivo con la SM

    1. Ciao Luca, è difficilissimo ma non dobbiamo mai smettere di lottare e sperare! Dobbiamo farlo per noi stessi e per chi ci sta accanto. Un abbraccio

  2. Ti auguro un Io grande e una lei piccolissima, ma soprattutto buona e gestibile. Dai, forza, sei più forte tu

  3. Carissima Alessandra,

    condivido tutto quello che hai scritto!!!

    Mai più sole, è vero, ma forse più consapevoli di vivere ogni giorno pienamente.

  4. Anche lo l’ho scoperta quasi due anni fa …gelo nell’anima e il mondo che mi crolla addosso.Era con me da 7 anni ma non si era mai fatta viva ,a parte le vertigini che io attribuivo all’ernia cervicale.Nel 2017 la vertigine brutta che mi offuscava la vista e boom la condanna.Anche se con mente lucida,noto che nulla é cambiato nella mia vita …a parte i momenti di ansia che mi attanagliano e io che riesco sempre ad uscirne…Siamo forti,siamo donne e mamme …dobbiamo farcela !

  5. Io e la mia “amica”.. stiamo bene insieme.
    Mi auguro di cantarla a lungo così.
    Auguro a te di conviverci bene…,sarete sempre in 2,ma non sarete mai sole…
    Ciao

      1. Io la sm la conosco già da un pò, anche se mi è stata diagnosticata ufficialmente solo due anni fa. Sentivo che qualcosa di grave si era attivato, e almeno ora so di che si tratta. No, io non ci convivo. Io non le sono amica. Io la combatto. Con forza, attivamente, continuamente. Non mi va di assumere un atteggiamento buonista nei suoi confronti, del tipo “vabbè, ormai c’è, pazienza, vediamo…” No no no ! Io non la voglio tra i piedi, non ci patteggio, so che non sparirà e che i danni che ho non sono reversibili, e proprio per questo non le sono amica. Nè mai lo sarò. E non ho intenzione di vivere “sperando” che se ne stia buona e non faccia troppi danni ulteriori, macchè sperare, io preferisco vivere senza pensare di dipendere da lei.

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