20 anni fa
Immaginate che nel ’97 il primo farmaco specifico per la sclerosi multipla era in circolazione solo da un anno. Sino ad allora, il cortisone era l’unica arma “efficace” alla gestione della patologia.
 
Non era raro che le persone impiegassero anni per avere una diagnosi chiara di SM, che spesso arrivava dopo infinite visite, esami e non rari sospetti che i sintomi fossero di natura psicologica, dati da stress o depressione. È una malattia letale? È contagiosa?
 
La disabilità grave e la sedia a rotelle vengono viste come un destino inevitabile, una fitta oscurità inonda il futuro di chi 
riceve una diagnosi.
 
 
10 anni fa
 
Non voglio piegarmi, non voglio nessuna ombra nera sul mio futuro. 
 
C’è internet nel bene o nel male. Vado nella pagina 
AISM e scopro che è una malattia prevalentemente giovane e che la disabilità può essere prevenuta, che i nuovi farmaci possono tenerla a bada.
 
Ma quello che leggo non si rispecchia quello che vedo intorno a me. Vedo solo adulti e anziani con sclerosi multipla, spesso con una disabilità marcata. Mi chiedo come mai…
 Inizia così la mia avventura in AISM prima nel servizio civile, poi nel 
movimento Young.  
 
E oggi?
 
Ci sono 350 giovani difronte a noi e uso proprio queste parole: la SM è cambiata, le persone con SM sono cambiate.
 
Oggi, nessuno di noi vuole vedere ancora un filmato di una persona con SM che lotta contro il mondo e che nonostante la sua condizione supera gli ostacoli, il tutto accompagnato da una musichetta melanconica che ti crepa il cuore.
 
Siamo qui perché per noi condivisione e informazione sono ricchezza, comprensione di sè.
 
O almeno è quello che penso io, quello che secondo me i giovani con SM dovrebbero esigere oggi. Sbaglio io? Vorrei saperlo da voi.
 
7 risposte
Siamo alla ricerca di una cura da più di 20 anni?
Mamma mia…meno male che non è contagiosa e non è mortale (almeno secondo le definizioni previste dalla medicina) …altrimenti avremmo fatto la fine dei dinosauri.
ma che cavolo di commento e’ questo?
E’ un commento come tanti altri. E’ solo un altro punto di vista. Ma capisco che oggigiorno si è soliti pensare tutti allo stesso modo.
Sono pienamente d’accordo con te! Dopo la diagnosi tutto quello che fai viene percepito dagli altri come straordinario, in realtà è semplicemente vivere. Vivere adattandosi, modificandosi ma vivere perlopiu come persone comuni. Io, diagnosticata da 2 anni quasi, pretendo di vivere esattamente come hai descritto sopra ovvero consapevolmente e completamente. Senza essere compatita o percepita come “altro” o “straordinario”. Grazie per questa tua condivisione, la trovo veramente compatibile con la mia visione della vita.
[*******Commento moderato]
Il commento da cancellare dovrebbe essere il tuo visto che io non ho offeso nessuno. Tu sì.
Mi piacerebbe avere oppurtinata’ di conoscere altre persone con SM(no familiari o affini che sopprimono la liberta’),in qualche citta’ e no in ospedale.dopo ognuno lega con chi vuole,no costretto a fare conoscenza con tutti.voi dove vi rifugiate o dove andate in villeggiatura?alla fine siamo uomini e donne,che ci si può incontrare senza pregiudizi d’altri