Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto?

sclerosi multipla bicchiere pieno

Ci sono cose che non possiamo decidere nella nostra vita. Per esempio se ricevere o no una diagnosi di SM. Ma c’è una cosa che possiamo fare qualunque cosa succeda: essere positivi e vedere il bicchiere mezzo pieno. Questo il messaggio che ha voluto lanciarci Tania.

 

Ciao a tutti, sono Tania e ho quasi 25 anni, mai avrei pensato di condividere questa cosa con persone sconosciute, o con persone a me vicine che fino ad oggi non hanno saputo di questa “amica”. Ma è arrivato il momento di farlo, per chi come me ne soffre e può essere aiutato ad andare avanti traendo magari un po’ di forza dalla mia testimonianza.

 

I primi sintomi

Iniziamo parlando dell’ormai lontano luglio 2016. Era una giornata esattamente come le altre, con l’unica differenza che nella mia gamba sinistra c’era qualcosa diverso. Inizialmente non avevo dato molto peso alla cosa. Tornai a casa dal lavoro e dissi a mio papà della sensazione di calore e bruciore nel toccare cose fredde.

Così feci una prova: presi dal freezer del ghiaccio me lo appoggiai sulla gamba. Subito dovetti toglierlo perché quello che sentivo era l’esatto effetto opposto, come se mi fossi buttata addosso una pentola d’acqua bollente. Allarmato, mio padre decise che era meglio chiamare il nostro medico di base. Parlando con lei decidemmo che la cosa migliore fosse quella di andare al pronto soccorso dell’ospedale più vicino a me, per fare un controllo neurologico.

 

Gli esami e la diagnosi

Arrivammo all’ospedale e  iniziarono a farmi diversi esami. Finiti gli esami i dottori decisero di ricoverarmi. I giorni seguenti furono un susseguirsi di controlli che non davano alcun tipo di esito. La problematica nel giro di una settimana scomparì da sola e venni dimessa senza diagnosi alcuna, con un esame da effettuare dieci giorni dopo il post ricovero. Fu quello l’esame che iniziò a fare un pochino di chiarezza sull’accaduto. Dalla mia risonanza all’encefalo si videro delle piccoli cicatrici demielinizzanti. I medici però prima di sbilanciarsi  mi fecero fare ulteriori accertamenti. Esattamente un anno dopo l’accaduto la diagnosi definitiva arrivò: “sclerosi multipla”.

 

La ricerca su internet

Una malattia che a primo impatto spaventa da morire, ma che va conosciuta a fondo con i mezzi giusti. Credo non si debba mai fare l’errore di andare a leggere su internet quali conseguenze può avere questa malattia, perché ogni persona è a se, e colpisce le persone in modo totalmente diverso. Con la sclerosi multipla non si sa cosa possa succedere da un giorno all’altro, ma in realtà non lo si sa in generale nella vita, aldilà di ogni malattia.

 

La convivenza con la nuova “amica”

Per questo posso dire che quando mi è stata diagnosticata ho deciso che lei sarebbe diventata una mia “amica”, con la quale sono stata obbligata a dover convivere. Un’amica che devo nutrire ogni giorno con “dimetilfumarato”, ma che nonostante sia presente in me mi permette di vivere esattamente nello stesso modo in cui vivevo prima di scoprire che in realtà non ero sola!

Il consiglio che voglio dare è quello di non demoralizzarsi mai: è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.

Bisogna trarre da ogni evento negativo la forza per andare avanti e io fortunatamente ce l’ho fatta! Ne ho passate tante nella mia vita, ma non ho mai pensato di mollare. Qualsiasi cosa mi succedesse ho sempre preso per la coda quello spiraglio di luce e sono sempre andata avanti con il sorriso!
Si sono sclerata, ma non troppo😉

Non esiste una cura che definitiva per la sclerosi multipla, ma esistono cure che permettono di rallentare il tutto. La ricerca è in continua evoluzione, chissà magari un giorno troveranno la cura per eliminare ed annientare questa “amica”. Il mio motto è: crederci sempre, arrendersi mai.

Lo scrivo solo ora a distanza di tempo per dimostrare che nonostante tutto nella mia vita nulla è cambiato. Sono sempre io, la solita Tania che gioisce della vita ogni volta, nonostante le batoste che essa le ha dato!

Tania

Se anche tu vuoi condividere la tua storia scrivici.

3 risposte

  1. E’ ancora presto…… con il tempo ti renderai conto di cosa vuol dire convivere con la bestia…. Ti auguro ovviamente tutte le cose belle di cui hai parlato… Saluti

  2. Mi son sempre detta che io sono più forte della malattia, che con un po’ di impegno sarei riuscita a superare tutte le difficoltà.
    Mi sento un guerriero silenzioso che all’insaputa dell’intero universo combatte per avere una vita normale. Purtroppo quando i sintomi si presentano la mia armatura si sgretola!
    Vivo con la paura di non farcela, che la malattia possa prendere il sopravvento e che tutto cambierà. Con questa paura nel cuore ho fatto una promessa a me stessa. ho promesso di vivere veramente, di non rimandare a domani, di realizzare i miei sogni finché sono in tempo, di ballare fino a che le mie gambe me lo permettono, di correre, uscire, di tentare di intraprendere quel lavoro che tutti mi dicono essere faticoso nella speranza di illudere la malattia e soprattutto me stessa!

  3. Vi faccio tanti auguri siete ragazze da ammirare! Noi purtroppo abbiamo un caso non facile in famiglia. Speriamo bene. La moglie di mio cugino prima non vedeva più ora leggermente meglio sarà la cura? Solo che le fanno molto male le dita e sopportare il dolore è estenuante. Spero di vedere in lei lo stesso coraggio che avete voi.

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