Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Ho attraversato la Passerella di Christo portandomi dietro la mia SM

Oggi pubblichiamo la storia di Davide che racconta la realizzazione di un suo grande desiderio: percorrere la famosa Passeggiata di Christo, installazione artistica sul Lago d’Iseo che ha visto migliaia di visitatori da tutto il mondo, con la sua carrozzina.

Avete mai sentito parlare di Christo Yavachev? Si tratta di un grande artista che, insieme alla moglie Jeanne-Claude ha realizzato diverse opere su grande scala, l’ultima delle quali, la Passeggiata sul lago di Iseo. Opera più visitata al mondo nel 2016.

Un’idea, quella di collegare due sponde, che l’autore si porta dietro fin dal 1969 senza mai riuscirci (per svariati motivi), almeno fino al 2014 quando, di passaggio da Brescia, scopre in un dipinto del museo di Santa Giulia, il Lago di Iseo. È in quel momento, infatti, che Christo capisce che si tratta del luogo perfetto per poter realizzare una passerella galleggiante ricoperta da morbido tessuto arancione che unisce la sponda bresciana, prima a Montisola, poi a San Paolo. Ecco, la mia storia comincia da qui.

Ho cominciato ad interessarmi alla vicenda già un anno prima dell’inizio dei lavori: vivo ad una trentina di chilometri di distanza dal Lago di Iseo e il pensiero di poter arrivare all’Isola di San Paolo, dove sorge una villa (ex monastero), circondata da un grande parco cintato che ho sempre potuto ammirare solo da lontano perché si tratta di un’isola privata, mi ha entusiasmato fin da subito.

Arriva il 18 giugno 2016, giorno dell’inaugurazione della passerella. Iseo viene presa d’assalto: tantissima gente in fila davanti all’ingresso dell’opera e code ovunque. Guardo l’evento in tempo reale via webcam e osservo, con somma invidia, le tante persone che raggiungono a piedi Montisola. Continuo a seguire e a sbirciare il flusso di viandanti della passerella anche nei giorni seguenti e anche di notte (dato che mi devo alzare quelle due, tre volte per andare in bagno).

Mentre mi godo lo spettacolo da lontano con l’immenso desiderio di vivere quest’esperienza, all’improvviso realizzo che io non potrò percorrere quella passerella! Io non cammino! E se anche ci andassi con la mia carrozzina dovrei chiedere a qualcuno di accompagnarmi e di spingermi lungo il tragitto e a me pesa chiedere. Pesa proprio tanto! Dunque, disastro, catastrofe, fine del mondo!

Più che gli ingorghi o le code chilometriche con le ore di attesa, mi spaventa – e molto – quell’amaro che mi porterò dentro se non andrò a visitare quest’opera. Penso a quanto sarà difficile da far passare questa rinuncia perché sarà dovuta alla mia condizione, alla sclerosi multipla.

Ecco, allora, che quel «Ci voglio andare», diventa improvvisamente un «Ci devo andare». Sono già tante le occasioni che mi lascio scorrere davanti per paura delle difficoltà, non di quelle che dovrei affrontare, ma di quelle che esistono a prescindere, che ci sono già per il fatto stesso di non poter fare le cose come prima. Stavolta, però, davanti a questo desiderio non ho voluto cedere.

È il 27 giugno, un lunedì pomeriggio di lavoro. So che la mia amica e collega Stefania sta tornando da Milano e che, come me, vorrebbe fare questa lunga passeggiata sulla Passerella di Christo. Provo a chiamarla con la frase da dirle già impressa nella testa: «Stefania, ho una proposta indecente da farti. Non andare a casa, passa da qui e proviamo ad andare alla Passerella. Ci stai?». Peccato che il telefono risulta sempre occupato: è la fine delle mie speranze.

Il giorno seguente, Stefania arriva in ufficio e mi dice che ha visto la mia chiamata della sera prima. In modo scoraggiato le recito tutto il discorso che mie ero preparato fino a quando lei mi dice: «Allora, Davide, oggi ti faccio io la proposta indecente. Stasera ci proviamo!».

Alle 19:33 di quella stessa sera siamo arrivati all’ingresso della Passerella, vedendomi ci hanno dato la priorità facendoci passare avanti alla fila e così alle 21:34, siamo arrivati sull’Isola di San Paolo.

È stato importante, troppo importante! Così importante che ho documentato tutto.

Sapete, Shakespeare diceva: «A volte le nostre paure rischiano di precluderci la gioia della vittoria». Stavolta, però, non è stato così.

Davide

18 risposte

    1. Anch’io ho attraversato la passerella in carrozzina . Esperienza indimenticabile.
      Dopo duemila anni sono tornato acamminare sull’acqua. (scherzo naturalmente).

  1. Favoloso, favoloso!!!
    Davide Grazie per questo post davvero incoraggiante!
    Antonino! (marito di Aurelia che assisto 24 ore su 24 con la SM)

    1. Si Antonino, favoloso, ogni tanto mi metto anche io a riguardare il video (pensa) per tornare ad incoraggiare pure me 😉 Forza Antonino e un abbraccio ad Aurelia (posso? 😉 ).
      Deiv

  2. grande grandissimo Davide e brava bravissima Stefy. Il video mi e’ piaciuto molto perche’ ci sono andata anche io ma era mattina presto percui altri colori molto diversi da quelli serali. Se avessi dato retta a mio marito non ci saremmo andati… ma io ho insistito perche’ ci tenevo troppo, proprio come te Davide. E ne e’ valsa la pena.

    1. Grazie MONICA! E concordo, molto del merito del successo dell’impresa va a Stefania.
      Mi ha spinto andata e ritorno, e diceva che sul tessuto era più facile che sull’asfalto.
      Ricoprite di tessuto arancione tutte le strade! 🙂
      Deiv

  3. …pensa invece che io ringrazio Deiv perché senza la sua proposta indecente non l’avrei percorsa la passerella… la realtà è solo una piccola sfaccettatura che noi percepiamo di essa…
    Grazie Deiv
    Stefania

  4. Certo che puoi!! Davide, chi racconta la propria esperienza ed è d’incoraggiamento….. .
    ansi Aurelia ricambia ( Mia moglie ) Andiamo avanti con coraggio perché la vera vita sta per arrivare!!
    Antonino !!

  5. Bellissimo video, commovente perché riesce a trasmettere aria di festa e voglia di vivere ☺☺ ho portato la mia SM sull’isola d’Elba e anche se ogni anno pesa ancora di più, leggendo questo racconto si riceve il messaggio “NON rinunciare ai tuoi sogni” – Grazie Davide

  6. Anch’io ho attraversato la passerella con l’aiuto della moglie in carrozzina, ragazzi nulla può germarci. Se posso permettermi una battuta : dopo duemila anni circa sono ritornato a camminare sull’acqua. Ciao a tutti.
    BARCOLLO MA NON MOLLO .

    1. 😉 STEFANO, sappi che io, non per fare paragoni azzardati, io ogni mattina riesco a trasformare dell’acqua in caffè 😉 (non è mia… ma mi sa che tra poco ci condannano per blasfemia 😉 ).
      Comunque, anch’io barcollo, e su una maglietta ho scritto “NON MOLLO” (mi serve ricordarmelo ogni tanto 😉 😉 😉 )
      Deiv

    1. Grazie GABRIELE, poter condividere ancora questa esperienza a distanza di un anno conferma che le cose importanti RIMANGONO.

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