Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Sembrerò “grullo”, ma io amo la vita

sclerosi multipla amo la vita

sclerosi multipla amo la vita

All’inizio del 2014 – avevo 28 anni – mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla dopo un susseguirsi ravvicinato di vari sintomi e disagi.

A luglio dello stesso anno vengo investito sulle strisce, col verde (è andata di lusso). Dopo l’incidente la malattia è peggiorata notevolmente, anche se il neurologo aveva comunque previsto un aggravarsi delle condizioni con il passare del tempo. Prima la malattia poi questo: per i miei genitori e la mia ragazza (ora moglie), è stato un colpo durissimo.

Non era la prima volta che non stavo bene: nel 2006 ero stato vittima di un incidente in cui mi salvai per puro miracolo, per non parlare poi del fatto che mio padre aveva la sclerosi multipla, per sua fortuna in forma lieve.

A fine anno muore mio padre – non aveva ancora compiuto 60 anni – e a questo evento segue un difficilissimo periodo causato dal dolore della perdita e da mille difficoltà burocratiche.

Finalmente, nei primi mesi del 2015, comincio la terapia con il natalizumab, che riesce a restituirmi uno stile di vita accettabile, pur avendo ormai dei danni permanenti che mi costringono a rinunciare a tante cose, pur essendo giovane.

Oggi sono sposato con quella che definisco come angelo custode, e non perché è mia moglie.

Stavamo insieme prima della malattia e dopo la diagnosi e nonostante tutte le difficoltà che ne sono seguite, siamo stati sempre più uniti.

Non è banale e non è da tutti, per di più siamo in attesa di una bambina. Mia mamma, dopo un uragano dietro l’altro, sta finalmente trovando serenità e tranquillità. È stata un baluardo insostituibile. Nei momenti più difficili ha tirato la carretta per me e per lei: le devo la vita due volte e per lei, così come per mia moglie, darò la mia vita pur di vederle felici. Ed ora lo farò anche per la bambina che aspettiamo.

Ho degli zii e dei cuginetti che definisco in una parola Meravigliosi, stesso discorso per gli amici – amici veri – che ci sono stati e ci saranno sempre.

Tante cose non le faccio più e me ne sono successe di tutti i colori.

Chiedetemi come sto? Io vi rispondo bene! E che sono fortunato. Sembrerò “grullo”, ma vi dico che amo la vita.

Mi gusto ogni piccolo gesto ed ogni azione, anche la più banale. Andiamo avanti, sempre!

Matteo

5 risposte

  1. salve sono Gionni ,con la malattia da 12 anni,riesco a fare quasi tutto, guido, lavoro in stireria di pantaloni ho un bellissimo bambino di 7 anni, lo vedo poco ,oggi sta qui da me o dalla madre che ha chiesto la separazione , martedi la faremo pace .
    stimo e ammiro persone come Matteo ,mi viene da dire, non mollare mai
    anche se non sembra Siamo i più forti .
    un’abbraccio ciao.

  2. Caro Matteo, nel leggere le tue parole ho provato ammirazione ma anche invidia perché mi sembri realizzato e sereno.
    Io vorrei poter mostrare l’ottimismo che traspare dal tuo racconto ma non ci riesco, non riesco ad essere felice della mia situazione.
    Spero un giorno di trovare la felicità nonostante la malattia e le difficoltà, ad oggi mi sembra tutto molto lontano e difficile .
    Ti saluto con affetto.

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