Non abbandonate mai i vostri sogni a causa della sclerosi multipla

Mouhaned, atleta agonista di karatè e allenatore di kick boxing, ha ricevuto da poco la diagnosi di sclerosi multipla. Ci ha scritto la sua storia per dare un messaggio importante: la sclerosi multipla cambia molte cose nella nostra vita, ma non deve toglierci i sogni e gli obiettivi da raggiungere.

Mi allenavo 5/6 volte a settimana, avevo campionati e incontri in programma. Ma il giorno prima di un incontro sono stato ricoverato.

Sono andato in ospedale perché iniziavo a perdere i sensi negli arti inferiori, una sensazione strana, sono stati 9 giorni devastanti soprattutto mentalmente. Ogni mattina avevo prelievi, visite di tutti i tipi.

Quando sei in questa condizione non sai mai cosa puoi avere. Speri che non sia quello che tu pensi, e la speranza è l’ultima a morire.

Il 24/12/2021 mi hanno dimesso. Inizialmente l’ho presa molto male. Quando sono stato dimesso avevo tante difficoltà sia a camminare che fare le cose di routine che ho sempre fatto. È stata dura.

Ma sono riuscito a prendere del tempo per me, accettando tutto è più i giorni passavano più iniziavo a conoscermi di più, mi sentivo un’altra persona.

Avevo i momenti in cui il mio corpo funzionava alla grande, altri momenti in cui non potevi fare niente, dolori, stanchezza allucinante.

Ho iniziato ogni giorno a vivere  l’attimo, il momento, senza mai pensare al domani o addirittura all’istante dopo, sfrutto il mio corpo per fare tutto nel momenti “ON”, così quando è “OFF” sono soddisfatto di quello ho fatto.

Adesso ho ripreso gli allenamenti. Solo non mi alleno quando decido io ma quando decide lei. Nonostante questo sono carico perché cerco di dare il massimo ogni volta.

Mi sono dato già degli obiettivi, non ci crederete ma sono gli stessi che avevo prima, perché nella vita non si abbandonano mai i propri sogni, soprattutto a livello sportivo saranno più lunghi da raggiungere ma sono qua a provarci ogni giorno.

Non abbandonate mai ì vostri sogni. Ogni giorno combattete come se foste sul ring, tutti saremo all’angolo per vincere ogni volta. 

Convivere con una malattia cronica come la sclerosi multipla significa doverci fare i conti tutti i giorni, dover combattere contro i numerosi sintomi. Non solo con quelli visibili ma anche quelli invisibili. Sover fare i conti con una stanchezza e dolori che ogni tanto ti costringono a stare a letto. 

Dopo giorni chiuso in ospedale e a casa, finalmente la forza di raccontare. Una volta annunciata la diagnosi ti senti sprofondare in un vortice tremendo, ti senti perso, ti senti in un tunnel senza un punto di luce. 

La vita ha deciso di mettermi alla prova di nuovo, questa volta in modo diverso, all’improvviso mi ha detto: “è ora di fermarsi”.  

Proprio adesso, nel momento top della mia forma fisica, delle mie preparazioni al nuovo anno pieno di eventi sportivi, proprio quando per una volta tutto stava andando per il verso giusto, tutto andava secondo i miei piani, proprio quando stavo iniziando a raggiungere i miei obiettivi

La prima cosa che mi è venuta in mente è: “devo mollare tutto? Come farò con la kick-boxing e il karate?”.

Avevo la speranza che fosse tutto non vero, fino a quel 24 dicembre 2021, quando mi hanno dato la conferma.

E niente, sono diventati molti i momenti della giornata in cui il mostro non mi fa neanche alzare dal letto, ma nonostante questo non ho mollato mai.

Quando si parla di stanchezza non si tratta di una stanchezza fisica normale, tipo quella post allenamento o quella che si prova dopo aver fatto uno sforzo enorme, ma è una stanchezza devastante, dolore infinito, spropositato e slegato dalle azioni, tutto difficile da capire.

Avete presente quando la sera mettete in carica il cellulare al 2% e la mattina dopo lo ritrovavate sempre al 10%?

Beh questo è ciò che capita; la mia batteria non verrà mai ricaricata completamente perché forse sarò sempre in risparmio energetico, ma vi assicuro che quel 10% lo sfrutto e lo sfrutterò tutto ma proprio tutto💪🏼 come se fosse il 100%.

Ho imparato a gestire il mio corpo e le mie giornate, non mi abbatto più quando sento tanta stanchezza e tanti dolori, appena tutto passa cerco di essere più energico possibile, cerco di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, perché davvero bisogna guardare quello, altrimenti è finita. Più si è carichi mentalmente più si vive meglio e si riesce a dare il meglio di sé. 

Dal momento della diagnosi ho capito una cosa di me che non conoscevo: so accettare

È stata molto dura inizialmente, a livello sportivo, a livello lavorativo e nella vita generale, però so accettare. 

Accettazione non significa rassegnazione, ma capire che ogni cosa è quella che è e che ci deve essere sempre un modo per passarci in mezzo. 

Molte volte mi dà fastidio non riuscire a fare quello che voglio, ma non me ne frega niente,  perché so per certo che la mattina dopo mi alzerò e ci riproverò, e sarà così ogni giorno,  perché i miei obiettivi non sono cambiati e neanche i miei sogni. Niente si abbandona. Continuo a combattere ogni giorno come se fossi su un ring o su un tatami 💪🏼. 

Spero che questo messaggio sia un esempio e un modo per far rialzare tutte quelle persone che hanno abbandonato tutto dopo una diagnosi. Una malattia non è mai una scusa, l’impossibile e i limiti sono sempre e solo mentali. 

Ma ricordati di non giudicare mai, ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. 

Sii gentile Sempre.

Forza 

Se vuoi condividere la sua storia su queste pagine scrivi a blog@giovanioltrelasm.it

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2 commenti

  1. Grazie!!
    Proprio ieri sera ricordavo ad un Amico un concetto che mi sta accompagnando in questo viaggio, in questa Vita:
    “Abbracciate i vostri sogni e seguiteli”.

    Leggere la tua storia mi ha permesso di vedere che questa frase non è per me un semplice ricordo, ma un monito, un comandamento che ho deciso di far mio tanti anni fa.
    Mi hai ricordato che ogni giorno ho la possibilità di scegliere di seguire i miei sogni, per trasformarli in una realtà concreta.

    Nulla è impossibile.
    Spesso siamo noi stessi che riteniamo tale una sfida, circondandola di tanti perché, di tante giustificazioni.
    Dovremmo solo avere il coraggio di sognare, ed impegnarci per costruire un ponte fra quei sogni e la realtà.
    Tutto ciò che dovremmo fare è sognare.
    Osare credere.
    Nel nostro Cuore, nelle nostre potenzialità, nella bellezza e potenza della Vita.

  2. “quel 10% lo sfrutto e lo sfrutterò tutto ma proprio tutto”, accidenti, io che di anni di diagnosi ne ho fatti già più di trenta e in fatto di ‘esperienza’ dovrei essere un quarto/quinto dan, al tuo confronto invece sono ancora ad imparare il primo Kata.
    Che lezione.
    Rei Mouhaned.

    Deiv

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