Voglio fare il medico, ma ce la farò?

10441055_538738289561601_7301763736152103435_nHo deciso così di raccontarvi la mia storia, perché sto attraversando un periodo veramente difficile della mia vita, e, purtroppo, mi trovo abbastanza sola. Sono una studentessa dell’ultimo anno di Medicina. Ho intrapreso questo percorso con la convinzione e la voglia di voler diventare un giorno una neurologa. Al liceo, infatti, mi appassionai a letture riguardanti il cervello e le neuroscienze e, spinta da una immensa curiosità, decisi di iniziare a inseguire un sogno, il Mio sogno:  comprendere intimamente i nostri sistemi neurali, e mettere a disposizione queste conoscenze, per gli Altri.

Questo sogno mi ha dato veramente tanta forza, e mi ha portata lontana: incontro a situazioni difficili, legate a una famiglia molto problematica, mi sono rimboccata le maniche e, tra lavoro e studio, sono riuscita ad arrivare a questo ultimo anno.

A qualche mese dalla richiesta tesi in Neurologia, un po’ per caso, giunge la diagnosi: insospettita da una parestesia della faccia, mi sottopongo come volontaria sana a una risonanza magnetica , in uno studio su pazienti con sclerosi multipla. Che paradosso!

È passato un anno e mezzo da allora, e tra alti e bassi sono riuscita più o meno a ricomporre i pezzi del mondo che mi sembrava essersi distrutto. Unico, ma grande, dilemma è il mio futuro. Sono da mesi bloccata sull’esame di Neurologia, che dovrei dare al più presto per potermi laureare e andare via di casa, ma un insieme di ansia e paura non mi consente di studiare e andare avanti con serenità. Ovviamente mi sono rivolta ad un aiuto esterno, perché tante cose non si possono, e non si devono, affrontare da soli.

Le mie domande restano comunque tante:  ritroverò l’entusiasmo nei confronti di questa disciplina, quello stesso entusiasmo che mi ha consentito di andare avanti sino ad ora, e che ora, in ogni pagina che leggo, sembra essere stato sostituito da paura e angoscia? Come potrò provare entusiasmo nel trattare “la cosa” che , da un anno e mezzo a questa parte, mi sta praticamente emotivamente distruggendo? Come potrò avere a che fare con pazienti che mi ricordano giornalmente la mia condizione di malattia?

Voglio veramente diventare un medico, se non potrò fare ciò che realmente ho sempre desiderato? E quindi, che senso ha tutto il percorso che ho iniziato? Perché non intraprendere un cammino diverso, che mi porti a vivere la mia vita con più leggerezza, lontana da tutta questa sofferenza? Che ne so, per esempio, studiare la filosofia, o l’arte, che sono comunque delle mie grandi passioni.
Potranno sembrare domande stupide, e molte delle persone che mi circondano non riescono a comprendere il dissidio che mi sta facendo vivere questa situazione, in confronto a tutte le difficoltà che questa malattia ci ha costretto, e ci costringe, ad affrontare.

Eppure, non mi ha messa così in crisi la diagnosi, poiché, seppure con tanto dolore, sapevo che la cosa giusta da fare era una sola: iniziare la terapia, continuando ad avere cura e rispetto per il mio corpo.
Ma qui le cose sono più complesse: non c’è una cosa giusta o una cosa sbagliata da fare.
Dipende tutto da me, da quello che sento. La paura e l’angoscia ottundono la mia mente, e non riesco più a sentire la mia solita “vocina interiore” che, in tante occasioni, mi ha indicato la strada giusta da seguire.
Vi lascio a questa opera di Magritte,  A variation of Sadness (1955), che forse, meglio di me, riesce ad esprimere il mio stato d’animo.
M.

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13 commenti

  1. Federico Bozzoli Reply to Federico

    Ciao!
    La tua lettera è molto bella e vera, e piena di amore.
    Secondo me, le cose non capitano mai per caso.
    Io anche ho l’SM da 15 anni. La diagnosi mi fu fatta al quarto anno di Medicina.
    Si, come scrivi anche tu, ho dovuto smontare e ricomporre i miei sogni, o meglio, le strategie giuste per realizzare quei sogni.
    Ognuno può aver timore di realizzare i proppri sogni. Credo sia normale.
    Non bispgna mai retrocedere, anzi.
    Anche io ho frequentato Neurologia per quasi due anni e stavo per chiedere la Tesi lì.
    Mi sono presto reso conto (e di seguito anche colleghi e Professori) che avevo un qualcosa di speciale, una marcia in più. Nasceva dalla mia empatia verso persone con i problemi neurologici più disparati, e soprattutto dei disturbi che denunciavano, spesso li capivo profondamente, e raccontavo come io ho superato o avrei superato quell’ostacolo.
    Non saprei spiegartelo. È qualcosa di mistico. Ascoltarsi, capirsi, sorridersi, …. Sono solo alcune delle cose che perun verso o per un altro, tu puoi fare, e gli altri no.
    Ma la cosa più bella è come ti vedono i pazienti che spesso vengono semplicemente per sentirsi dire una parola. È questo quel qualcosa di magico che ti dicevo. Chi, quando va a visita, non vorrebbe una persona che ti capisce e ti abbraccia. E se a questo aggiungi conoscenza e bravura nella materia, è veramente il top.
    “Abbracciate i vostri sogni e seguiteli”, questa è il motto che seguo da sempre.
    Mi farebbe piacere rimanere in contatto.

  2. Ciao, ho letto la tua storia pensando alla tua forza di volontà e all’importanza di ciò che hai fatto finora per te e per persone che possono ritrovarsi ad affrontare la SM, perchè al di la delle conoscenze mediche, che senza dubbio sono indispensabili, qui è importante il rapporto che si va ad instaurare tra medico e paziente, e ti assicuro che in 10 anni ne ho incontrati pochi di medici capaci di capire fino in fondo le persone, e considerando il tuo percorso e le difficoltà che si son presentate, credo che tu debba seguire il tuo sogno con maggior convinzione e passione di prima, sicuro che quando un paziente ti vedrà in quella posizione “nonostante la SM”, si sentirà più sereno nell’affrontare la patologia e sarà certo di poter essere capito appieno da una persona che conosce la malattia non solo da un punto di vista medico, ma che magari ha dovuto affrontare lei stessa determinate difficoltà.
    Ti faccio i migliori auguri per tutto e spero che tu riesca a superare questo momento difficile più forte e sicura di prima 🙂

  3. Cara, quante volte, invece che con un medico, avrei voluto parlare con chi queste cose le ha vissute… perché solo chi le vive in prima persona può veramente capire tutta la sofferenza psicologica che abbiamo dentro. E un medico malato di sclerosi multipla non mi era mai venuto in mente, ma sarebbe il miglior medico del mondo!!! Per questo ti dico con la più assoluta certezza: non intraprendere altre strade di ripiego. Tu hai sicuramente qualcosa in più rispetto a tutti quelli che si laureranno con te!!! Ti aspetto per una consulenza medica. Un bacio.

  4. Ciao, ho letto la tua storia pensando alla tua forza di volontà e all’importanza di ciò che hai fatto finora per persone che possono ritrovarsi ad affrontare la SM, perchè al di la delle conoscenze mediche, che senza dubbio sono indispensabili, qui è importante il rapporto che si va ad instaurare tra medico e paziente, e ti assicuro che in 10 anni ne ho incontrati pochi di medici capaci di capire fino in fondo le persone, e considerando il tuo percorso e le difficoltà che si son presentate, credo che tu debba seguire il tuo sogno con maggior convinzione e passione di prima, sicuro che quando un paziente ti vedrà in quella posizione nonostante la SM, si sentirà più sereno nell’affrontare la patologia e sarà certo di poter essere capito appieno da una persona che conosce la malattia non solo da un punto di vista medico, ma che magari ha dovuto affrontare lei stessa determinate difficoltà.
    Ti faccio i migliori auguri per tutto e spero che tu riesca a superare questo momento difficile più forte e sicura di prima 🙂

  5. Nonostante siano passati due anni dalla diagnosi, tutte le volte che mi trovo di fronte dei pazienti con SM è un pò un colpo al cuore…
    Loro non sanno di avere di fronte qualcuno che condivide il loro stesso fardello, vedono solo una donna sorridente che indossa una divisa.
    Non so neanch’io perchè mi faccia questo effetto. Anche perchè anch’io, come te, ho preso bene la diagnosi.
    Eppure ogni volta che vedo un paziente con SM ecco che si riaffaccia quella sensazione…non saprei nemmeno come descriverla.
    Probabilmente non so darti una risposta, non so dirti cosa fare.
    Ma posso dirti che ti capisco, con tutto il cuore, capisco il “dissidio” di cui parli. E’ reale ed è del tutto naturale.
    Ricordati che la scelta è solo tua, solo tu sai cosa è meglio per te…e non sentirti in colpa se pensi di non farcela. La cosa più importante è la tua serenità.
    Però penso anche che le parole di Federico siano bellissime e spero possano esserti d’ispirazione, perchè un medico con quella marcia in più è un pò quello che tutti i pazienti vorrebbero. Devi solo capire cosa vuoi tu…
    Ti abbraccio e ti auguro il meglio

  6. Ciao, il futuro e’ un dilemma per tutti quindi non arrenderti e prosegui nella tua strada. Se ti arrendi subito e non segui il tuo sogno gliela dai subito vinta senza combattere. Ci priverai inoltre di un futuro neurologo che potrebbe riuscire a capirci meglio di chiunque altro. Quindi, poche ansie e paranoie e vai spedita per la tua strada e insegui i tuo sogni. Cadremo ma ci rialzeremo. Noi siamo qui. In bocca al lupo.

  7. Cornelia Gasparin Reply to Cornelia

    Cara M., senza indugio dirigiti verso la meta che ti sei data, un pensiero in più non è certo un problema o un danno. importante, secondo me, è non fare e non farsi vuote promesse quindi una volta capito cosa vuoi lasciati avvolgere dai pensieri che ne seguono sapendo che spesso i pensieri diventano parole e le parole poi si tramutano in azioni. I rapporti, le relazioni, gli affetti sono fatti di questo (almeno io la penso così). Non indugiare, cerca di non aver paura e non rinunciare prima di aver provato.
    Quando sono “al buio” prego così: concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quello che posso cambiare e la saggezza di capirne la differenza.
    Auguri per tutto

  8. Ciao M. ho letto la tua esperienza e senza conoscerti; dalle tue parole capisco che sei una donna molto sensibile. Alla tua domanda: Voglio veramente diventare un medico? Vedo la tua paura con la tua lungimiranza che cerca di ostacolarti; ma se sei portata e ce l’hai nel cuore, non rinunciare al tuo sogno perché
    quando il tuo motivo è dettato dai sentimenti, ti dico solo: quale neurologo/a sarà più bravo di chi vive la patologia? Allora non arrenderti, ma reagisci; la tua empatia sarà a 360° nella tua situazione ed ogni paziente farà subito la differenza…. ( questo è il mio punto di vista )
    Per quel che ti è possibile non spegnere il dono che è in te ed il desiderio di aiutare gli altri, poi infine fa bene a se stessi. Anche Gesù disse di amare il prossimo come se stesso.
    Amati prima tu M. non indugiare, la tua personalità non fartela condizionare dall’effetto sul tuo corpo che subisce e un po indebolisce e scoraggia; ma tutti i giorni non sono gli stessi, anche l’umore varia per questo c’è bisogno pure di fede, non della semplice credulità ; ma di quella accurata conoscenza che ti fa conoscere qual é lo scopo della nostra vita, e perché si soffre? Perché si invecchia e si muore ?
    La vita è troppo bella non è logico che tutto finisca, nel fumo e nello smog; ( scusami se non sei credente non tenerne conto ) L’uomo la sta rovinando Ma il Dio che ci ha creato ci dice come un buon padre che presto non ci sarà più ne vecchiaia ne malattie ne morte Apocalisse 21: 3,4.
    La vera forza la dà chi ci da la vita e per continuare non bisogna mai staccare la spina per così dire!
    Io e mia moglie Aurelia ti auguriamo ciò che desidera il tuo cuore.

    Antonino l’ombra di Aurelia

  9. Solo poche parole, ho capito che è un tuo desiderio diventare Neurologa, prosegui anche con grande fatica, ma fara’ piacere al paziente essere a contatto con chi capisce come è la nostra malattia. prego per te , ma vafino in fondo. Saluti Terenzio

  10. Caro amici, grazie mille per le belle parole che mi avete lasciato.
    Ho pensato tanto alle cose che mi avete scritto.
    Tutti più o meno mi scrivete la stessa cosa: che sarò un buon medico, un medico sensibile, un medico speciale. Questa cosa, purtroppo, per quanto lusinghiera, non mette e toglie nulla alla mia indecisione. Il problema non è “come sarò” ma SE vorrò essere.
    Io non sono credente, non credo al destino, e non credo che le cose che ci accadano nella vita abbiano un senso.
    Credo solo che nel percorso che si sceglie di intraprendere, se si vuole essere felici, si debba assecondare quello che viene da dentro, chi realmente sentiamo di essere, facendo fiorire quella piccola personcina che è dentro di noi. Ed io ora, al momento, non so più cosa voglia quella personcina.
    Ad ogni modo, sto continuando a studiare, seppure con difficoltà, perchè sarebbe stupido buttare tutti i sacrifici che ho fatto sino ad ora. Cercherò di laurearmi, e poi farò il punto della situazione.
    Per Federico, anche a me farebbe piacere restare in contatto, e ascoltare un po’ più da vicino la tua storia. Come posso fare?
    Cara Laura, mi ha colpito quel “tuffo al cuore” di cui parli: è una cosa che mi capita puntualmente quando sento parlare di SM. So che è una cosa con la quale dovrò fare i conti se deciderò di continuare questo percorso.
    Vi ringrazio, comunque, per il tempo che mi avete dedicato e per i bellissimi auguri che mi avete lasciato.
    Vi abbraccio a tutti.

  11. Cara M. mi dispiace tanto che non sei una credente; il fatto che non credi nel destino qui sono d’accordo.
    Cio che ci accade nella vita c’è sempre un motivo o una ragione ( diretta o indiretta )
    La personcina che c’è dentro di te, non sa cosa vuole perché ha subito un colpo, un colpo non indifferente che vuole sbarrare il tuo percorso.
    Sono contento sentirti dire che comunque stai continuando a studiare, anche se hai delle difficoltà.. non demordere, perché giustamente dopo tutti i sacrifici che hai fatto fino ad ora ( come dici bene tu… )
    Tutti ti abbiamo scritto la stessa cosa, più o meno per incoraggiarti; certo é che solo tu ( come dici bene, non “come sarai” ma se vorrai..) dovrai prendere la giusta decisione.
    Se quella piccola personcina é ricca d’amore, supererai tutti gli ostacoli!!
    Ciao M. un abbraccio anche da parte mia e di mia moglie Aurelia.
    Coraggio!!
    Antonino l’ombra di Aurelia.

  12. Ciao, il mio sogno è sempre stato quello di diventare medico e tra un mese inizierò medicina. Purtroppo però mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla qualche giorno fa, proprio prima di iniziare questo percorso. Sono spaventatissima, mi piacerebbe farti qualche domanda se posso contattarti in qualche modo

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