Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

La bellezza di sentirsi di nuovo parte della vita

chiara 22-02-2016
Ero a Polignano a Mare e il famoso monumento a Domenico Modugno non lo vedevo poi così bene.

Era arrivata la neurite ottica, lì. Era arrivata la SM. Tra forti dolori di testa, di stomaco, vertigini e l’occhio sinistro che aveva deciso di stare nella nebbia più fitta.

Nei mesi immediatamente successivi è come se avessi continuato a vedere tutto in modo offuscato, a non saper riconoscere più nulla, a perdere pezzi, sicurezze, obiettivi, forze, speranze, riferimenti.

Avevo 28 anni, stavo cominciando a realizzare che amavo una persona totalmente sbagliata per me (che per fortuna ha fatto una cosa buona: sparire), non avevo più un lavoro, sentivo intaccata la mia autonomia, il mio futuro.

E sono caduta nel nulla più completo. Nella paura.

Cominciai però a sentire sempre più “insistente”, perché mai stata assente, una bellissima presenza: gli amici, tanti e sparsi che sono la famiglia più vera, meravigliosa e sincera che ho. Quel gruppone che con le buone e anche con le cattive mi ha aiutata ad accettare la SM, a rialzarmi e a riprendere la mia vita, i miei obiettivi con una pazienza ammirevole (perché so essere un insopportabile zoccolo duro).

Quegli stessi amici che da subito mi hanno accompagnata e seguita nel percorso in AISM, quegli stessi amici grazie ai quali sono qua. E mentre mi ricostruivo, pezzetto dopo pezzetto, mentre imparavo a conoscere la patologia e la mia nuova me è arrivata la notizia più bella: avevo di nuovo un lavoro.

Tornare a lavorare, tornare a fare il mestiere che mi sono scelta, l’HR, risentirmi realizzata e felice di passare le giornate in azienda, di stancarmi e di tornare a casa con il mio solito “anche oggi Chiara 1 – SM 0”. (ogni tanto arriva anche il pareggio eh)

Non so fin quando andrà avanti questo rapporto di lavoro, ma ringrazio l’azienda per aver inconsapevolmente preso parte ad un vitale processo di ricostruzione di me stessa.

Sì, la SM ha tirato fuori anche il meglio di me, la voglia di fare, non fermarsi e rialzarsi, di volersi bene, di riprendere i consueti 2 km a nuoto agli allenamenti, di sentire il proprio corpo, di godersi ogni singolo passo, ogni singola bracciata, ogni abbraccio con l’acqua.

La fantastica semplicità di passare tempo in compagnia, di riscoprirmi l’animale sociale di sempre. La bellezza di sentirsi di nuovo parte della vita, di sorridere, di ringraziare quanti mi hanno rimesso, come si suol dire, in carreggiata.

È dura, sarà dura. Ma di stare ferma ad aspettare il peggio non mi va.

Mi è rimasto un sassolino nella scarpa: tornare a Polignano e guardare quel posto con occhi nuovi.

Ci tornerò e lo farò quando saprò di nuovo avere fiducia in quella roba strana chiamata “sentimento”.

Forza ragazzi, forza e avanti tutta!

Chiara

7 risposte

  1. Ciao Chiara
    Anch’io, a 16 anni, mi svegliai la mattina con la vista (maggiormente l’occhio sinistro) offuscata da una nebbia così fitta e pesante…! Immediato controllo oculistico ma: per l’aspetto oculistico era tutto ok, bisognava indirizzare gli accertamenti nel campo neurologico…
    La SM mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire chi era veramente quella persona con cui ho passato anni insieme facendo dividere i nostri percorsi, e mi ha fatto trovare finalmente LA Ragazza GIUSTA con cui condividerò TUTTO!
    Come dici tu, la SM ha tirato fuori il meglio di me e mi ha fatto capire tante cose, mi ha aperto gli occhi, mi ha dato forza, mi ha dato carica e motivazione e ho fatto cose che ho sempre rimandato…
    Ti auguro di liberarti presto di quel sqassolino nella scarpa…e di continuare a costruire la tua vita nel modo migliore possibile!
    In bocca al lupo per tutto a te e a tutti noi! Ciao!

  2. Ricostruire pezzetto dopo pezzetto..la nuova me..e guardare il mondo con occhi nuovi..penso che quello che lascia di positivo la SM sia proprio questo! Non mollare mai,non molliamo mai!!! Chiara

  3. Grazie Chiara del tuo incoraggiamento, si dice che l’unione fa la forza; ma io dico che nel nostro caso dà la forza! Un ‘altro fattore da non sottovalutare è la fede ( non la semplice credulità, ma quella basata sull’accurata conoscenza della parla di Dio.
    Essere positivi è sempre un vantaggio, (anche se tutte le giornate non sono uguali) perché essere demoralizzati e perdere lo scopo della vita, taglia le speranze . Ma la vita senza una speranza certa che cos’è….?
    Dio la speranza ce la d’à ed è certa! Un Dio di verità non mente!!
    Forza e coraggio e perseveriamo con l’augurio più grande che desidera il tuo cuore.

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