Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

La mia diversità è il mio punto di forza

Photo by Shazmyn Ali on Unsplash

Tanti eventi negativi e, dopo la diagnosi, la voglia di chiudersi in se stessi. Testa e cuore devono fare la loro parte nella vita quotidiana con la sclerosi multipla, come emerge dal racconto di oggi. 

Ora ci sorrido su, ma nella vita ho sempre pensato di essere stata una persona a cui la fortuna aveva voltato le spalle.

Perdo mia madre a 7 anni e poi, la lunga serie di problemi che ne sono conseguiti, mi ha travolto e fatto erroneamente credere che la vita mi aveva già regalato la mia dose di sofferenze. Invece no mi sbagliavo!

A 42 anni perdo la mia nonna/mamma e poi formicolii alle mani, mal di testa e la parola imburrata. Dopo quattro mesi di accertamenti la diagnosi: sclerosi multipla.

Ma di cosa si tratta? Sedia a rotelle? Inizialmente ero calata in una bolla, confusa, senza forze e con poca voglia di combattere. Intanto lei, la SM, mi lasciava abbastanza tranquilla e riesco ad iniziare una terapia, che il mio fisico sembra tollerare.

Dopo la diagnosi mi son chiusa in me stessa fermamente convinta di non far di nuovo parte del quel mondo di fortunati, a cui non accadeva mai nulla di male. Mettevo la maschera ogni mattina, ingurgitavo il mio antidepressivo, mi fingevo simile agli altri e riuscivo addirittura fintamente a sorridere.

Alla sera facevo invece i conti con la mia diversità e ritornavo la cupa me stessa.

Un giorno però, dopo il sorriso amorevole della mia bimba, mi scattò qualcosa e mi dissi: “Se ti buchi la pancia, le braccia, le gambe tutte le sere e permetti a quel liquido doloroso di entrare in te, devi alzarti da quel divano e aiutare le medicine! Inutile curarsi a metà. La testa e il cuore devono fare la loro parte! Altrimenti la terapia non serve.”

Pian piano, passo dopo passo  ho cercato dolorosamente di mettere un po di ordine nella mia vita.

Ho provato ad eliminare le maschere, senza più nascondermi, accompagnando invece nel mondo la vera me stessa e ponendo l’attenzione soprattutto ai miei veri bisogni.

Avevo messo a dura prova il mio sistema nervoso e la sclerosi multipla è come se avesse certificato che dovevo prendermi cura della vera me, quella con qualche esperienza dolorosa alle spalle, quella con un fisico in sovrappeso, con tutti i sui difetti e tutte le sue fragilità.

Penso fermamente che soprattutto noi dobbiamo voler bene a questo nostro corpo e saperlo ascoltare. La forza, l’amore nasce da dentro di noi.

Ora, che son passati quattro anni, ho finalmente capito che la mia diversità è il mio punto di forza. Il mio passato mi aveva tolto tanto, ma mi ha resa oggi una persona diversamente sensibile forse con qualche marcia in più.

Spesso mi chiedo “cosa vorrei dal mio futuro?” Dopo una nuotata mi sento felice. Questo vorrei per il mio futuro, questa sensazione sempre.

Felice di muovermi!

F.

Se vuoi condividere la tua storia scrivi a blog@giovanioltrelasm.it

2 risposte

  1. Ciao ben detto! Bellissime parole e come te credo che la diversità sia un punto di forza, non sempre è facile ma la forza è dentro di noi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Talk 2023

Tempo e sclerosi multipla

La sclerosi multipla comporta riconfigurare un rapporto diverso con il tempo. Dobbiamo imparare a scandire il ritmo del tempo in una maniera nuova, a riconfigurare le priorità.

Leggi Tutto »

Nuovi Equilibri

Il primo giorno di scuola, la prima settimana di lavoro, il primo viaggio con gli amici dopo una rottura. La vita è fatta di nuovi

Leggi Tutto »

Sessualità

Il sesso e la sessualità sono da sempre argomenti tabù, in particolare se legati al tema della malattia. Ebbene siamo qui per sfatare un mito: le persone malate di SM e NMO fanno sesso, e si divertono pure un sacco…

Leggi Tutto »

Lo Sport

Come è cambiato il tuo rapporto con lo sport dopo la diagnosi? Lo abbiamo chiesto a Giulia, atleta paralimpica di sitting volley. La fatica è

Leggi Tutto »

Il Viaggio

Quando si tratta di viaggiare siamo tutti ugualmente elettrizzati e ansiosi. Per la maggior parte delle persone questo significa presentarsi in aeroporto con 4 ore di anticipo o portare un bagaglio pieno di cose inutili perché “non si sa mai cosa succede”…

Leggi Tutto »