Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Sii te stesso perché sei unico!

“Nei tuoi panni mi sarei ammazzato!” è una delle frasi che ho sentito più spesso negli ultimi anni quando mi è capitato di scrivere o di raccontare la mia storia. “Per fortuna che sono nei miei!” rispondo io scoppiando a ridere, ogni volta che ho l’occasione di farlo.

La verità, vale per me e per chiunque debba vivere ogni giorno una battaglia quotidiana e silenziosa, è che nessuno potrà mai essere nei nostri panni.

Perché, appunto, sono nostri.

E “nei miei panni”, nei “nostri”, c’è il mio e il nostro modo unico e irripetibile di agire, di reagire, di scegliere e di vivere.

E nessuno mai potrà conoscerlo, neppure la persona più empatica del mondo.

Agiamo, reagiamo, scegliamo e viviamo sulla base di quello che ci hanno insegnato, con i modi attraverso i quali ci hanno educato e con le convinzioni che, nel bene o nel male, ci sono state imposte in un contesto in cui eravamo talmente piccoli e ciechi da non riuscire neanche a ricordare come sia stato possibile.

Eppure è andata così e ci tocca convivere con quello che guardiamo allo specchio (o attraverso una risonanza magnetica) se non abbiamo il coraggio di cambiare.

“Nei miei panni” ci sono io con le mie paure, con i miei sogni, con i miei traumi da bambino, da ragazzino, da adulto; io con i miei amici, io con le mie ex, io con la mia famiglia, io con il mondo del lavoro, io con la SM.

E dall’altra parte nessuno può avere la presunzione di pretendere di sapere cosa significhi: fa tutto parte di un pacchetto completo che è mio, solo mio e di nessun altro.

Per questo “mettersi nei panni” è un concetto privo di significato: non puoi indossare il mio abito e portare nel presente ciò che fa parte del mio passato, ciò che ho scelto di non dimenticare, ciò che mi ha aiutato a crescere o mi è stato di lezione.

Per fortuna, siamo unici…e i nostri meravigliosi panni ci ricordano ogni giorno chi siamo.

5 risposte

  1. Grazie. Mi hai fatto venire in mente un pensiero di C. Chaplin: “Ci sono le persone belle e le belle persone. Le prime di solito non servono a niente, le seconde invece, bisogna tenersele strette”. Ecco, io (pur essendo molto bella!) voglio far parte della seconda categoria. Un abbraccio

  2. Lo dissero anche a me, e lo ricordo bene.
    Meno male che non ho seguito il consiglio. La paura che avevo allora era ingannatrice, quanto avrei perso e quanto non avrei vissuto se le avessi dato retta; una vita, la mia.
    Che è solo mia, si.

    Ah, Cornelia, Davide… anch’io sono mertaviglioso 😉

    Deiv

  3. Non so perché, ma adesso che ho detto a un tizio , che non accetta la mia disabilità, che ho la sclerosi multipla, sono fiera di avere la SM, forse perché l’ho sempre accettata, adeguandomi ad essa e dicendo ok Daniela hai perso tutto da quando è arrivata, ed allora ricomincio con lei. Buona estate a tutti

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Annalisa

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