Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

I disturbi dell’attenzione

A tutti capita di dimenticare un compleanno, scordare le chiavi nella toppa, faticare a mantenere l’attenzione durante una riunione o avere una parola sulla punta della lingua e non riuscire a ricordarla. Per alcune persone con SM o NMO, queste piccole difficoltà possono diventare eventi quotidiani e trasformarsi in un sintomo della malattia

In questa puntata parleremo di priorità: la famiglia, la carriera, la propria passione o i propri sogni nel cassetto. Parleremo del focus principale della vita degli intervistati, l’obiettivo di tutte le loro energie, per poi spostare il racconto sulle cose che sfuggono alla loro attenzione.

Una delle parole che si usano più spesso quando si parla di sclerosi multipla è “invisibile”. Tantissimi sintomi di questa malattia non sono visibili all’esterno e capire cosa c’è che non va è fondamentale. Non solo per te, ma anche per spiegarlo a chi ti sta intorno. C’è il rischio che le persone confondano una parte per il tutto e che ti trattino come un malato.  Omar ci ha raccontato la sua storia e ha reso visibile cosa significa vivere con i disturbi dell’attenzione. 

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Ospiti

Non smettere mai di sorridere

“Odio il numero 13 e il 17”. Lo dico spesso. Quando mi viene chiesto come mai, non riesco mai a dare una risposta.  Invece la risposta la conosco. Nel 2013

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“Guarda Oltre…!!!”

Mi vedi barcollare e perdere l’equilibrio, pensi che io sia ubriaco o un drogato e dentro di te dici: “guarda come cavolo è messo quello là!!!”.Mi vedi zoppicare e pensi che abbia preso una storta. Che mi accompagno con una o addirittura due stampelle e pensi che ho fatto un intervento o che ho avuto una frattura e, magari ti sono indifferente. Mi vedi su di una sedia a rotelle e pensi a chissà quale brutto incidente mi sia potuto capitare e dici: “poverino…è così giovane, che pena mi fa”.

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Avevo voglia di pedalare un pò con la Sclerosi Multipla..

Ero seduto sul divano di casa mia, fermo ad osservare i ricordi sparsi di una vita ormai passata. Chissà perché, per ogni ricordo ricadevo sempre nello stesso pensiero: “Le mie gambe”. Certo che ne hanno fatta di strada. Hanno corso, giocato, passeggiato, nuotato, marciato, scalato e ballato. Insomma hanno fatto tutto quello che c’era da fare. E adesso? Che cosa faranno adesso che: con molta fatica riescono a fare tutto quello che prima gli risultava facile fare? Sicuramente ci sarà un qualcosa da fare..!!!

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