Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

“PARLAMI, PARLAMI… FAMMI SENTIRE SENTIRTI…”*

*Canzone cantata da Ligabue, titolo “Cerca nel cuore”, album “A che ora è la fine del mondo”, 1994.

Buongiorno bloggherini, per l’ultimo dell’anno oltre che augurarvi un felicissimo 2011, ho deciso di condividere con voi uno dei più significanti insegnamenti che custodisco gelosamente nel mio cuore… Questo insegnamento mi è stato donato da una persona speciale che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita, un uomo, un docente, anzi un maestro…

“Parlami, parlami… fammi sentire sentirti…” è così che il mio maestro incomincia la sua riflessione, si amici, si parte da una citazione di una canzone di Ligabue per arrivare a parlare del tema dell’ascolto… Tema non facile, si da quasi per scontato la facilità di ASCOLTARE, ma questo agire presuppone un notevole esercizio da parte di ognuno di noi… Dobbiamo fare attenzione alla differenza tra “Sentire” e “Ascoltare”, vi siete mai domandati che differenza c’è? Siamo bombardati da milioni e milioni di suoni, ci svegliamo e da subito ecco il suono che proviene della televisione, la radio che trasmette musica, la signora che vive sopra di noi che quotidianamente cammina in casa a tutte le ore con i tacchi, il pullman che frena praticamente sotto la finestra della nostra camera, i claxon delle macchine, il bambino che piange perché fa i capricci, i genitori che ti parlano… potrei andare avanti all’infinito! Chi ha la fortuna di avere un buon udito non smette mai di sentire, per fortuna abbiamo la possibilità di estraniarci dai suoni che ci circondano, cercando di concentrarci su quello che abbiamo intenzione di fare eliminando i fattori che possono recare distrazione… Dall’ascolto (di cui siamo portatori tutti, perché ascoltare, determina la codificazione di un messaggio che può essere anche non verbale, quindi non è scontato che sia un suono) non possiamo sottrarci, siamo noi che volontariamente focalizziamo la nostra attenzione verso quel qualcosa che genera interesse… Ascolto è, come dice il mio maestro, “CON-VIVERE e CAMMINARE INSIEME CON UN ALTRO, è DIA-LOGARE cioè realizzare al massimo livello il potenziale umano che è quello di organizzare la realtà ed investirsi in essa con il pensiero e la comunicazione. Ascoltare e parlare […] indicano la profondità educativa dell’amore. […] Però non ogni parola vuol dire amore, ma solo quella “giusta”, capace di risvegliare tutto quel potenziale. Quando al suo posto subentrano i vuoti vocaboli e si scende al livello della chiacchiera, non si orientano in modo generativo le energie umane e queste rimangono spente”. (Cit. Lazzaro Gigante in “Prestami Orecchio. L’uso della canzone nel dialogo tra le generazioni”, Edizioni La Meridiana, Molfetta (BA), 2005, p. 25)

Miei cari amici è giunta l’ora di ASCOLTARE, che dite di porci questo compito per il nuovo anno?

Se tutti ascoltassero realmente l’altro la vita avrebbe un sapore diverso, forse alcune delle cose che determinano maggior malessere non esisterebbero affatto…

Io ho incominciato ad ascoltare realmente grazie a questo insegnamento che mi è stato donato e che a sua volta dono a voi. Non è facile questo percorso, ci vuole costanza, impegno e predisposizione però vi assicuro che ne sarete ripagati!

Ora vi allego la canzone di Ligabue, mi raccomando ASCOLTATELA!

http://www.youtube.com/watch?v=sbGn0gJmXkc

Una risposta

  1. Sono completamente d’accordo con ciò che hai scritto, complimenti per l’articolo.. il tema trattato è molto attuale.

    Oggi, come ben sappiamo, siamo presi da tante cose e la vita viaggia più velocemente.

    Non si ascolta più.

    Oggi per lo più… si legge… è cambiato il nostro modo di rapportarci.

    Abbiamo 2 orecchie e una bocca… un motivo ci sarà 🙂
    Occorre quindi ascoltare, è un dovere necessario verso chi amiamo. E bisogna ascoltare col cuore oltre che con le orecchie. Bisogna inoltre andare oltre le parole…. e per fare ciò non dobbiamo lavorare di fantasia (errore che si commette quando si leggono ciò che gli altri scrivono).. ma cercare di percepire ciò che l’altro vuole intendere.
    Può sembrare una cosa difficile, un lavoro da psicologo, ma non lo è affatto secondo me, basta essere predisposti e rispondersi a dei semplici perchè.

    Concludo con questa citazione:

    “Non è dato a nessuno di avere tutte le risposte e di essere in grado di offrire tutte le ricette. Una cosa è però concessa a noi mortali: quella di ascoltare. L’uomo desidera intensamente essere ascoltato. Anche per Freud la terapia migliore è quella che passa per l’ascolto. Fu lui a dire che il migliore psicanalista è colui che sa ascoltare senza interrompere mai.” (Mario Canciani)

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