Quando, per non discriminare… si rischia di discriminare…

Vedete questo cartello? Beh, l’ho notato mentre passeggiavo per le vie del centro di una città del nord che amo molto.

Come potete osservare si tratta di un cartello affisso su di una pedana che permetterebbe ti accedere all’esercizio commerciale senza essere bloccati da un gradino piuttosto alto. Insomma, un cartello animato da ottime e nobili intenzioni… Se infatti vogliamo andare oltre i soliti discorsi (giustissimi) del: le barriere non dovrebbero esserci e quindi non dovrebbero neppure campeggiare cartelli di questo tipo, la proprietaria di questo negozio ha compiuto un gesto di grande civiltà… peccato per quella frase…

Sapete, quando l’ho vista.. beh, mi si sono riempiti gli occhi di lacrime.. Ho pensato: sono un cane? Io (non) posso entrare, devo entrare!!!!!!!! E allora mi sono accorta di quanto molto spesso, involontariamente, si rischia di discriminare proprio nel tentativo di non discriminare.. è un gioco di parole.. ma mi ha permesso di dare un senso a questo cartello che tanto mi aveva colpita e che tanto mi aveva ferita.. Bisogna fare ancora molto per cercare di cambiare le cose, di cambiare questa cultura…

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6 commenti

  1. condivido pienamente,il goffo tentativo di non discriminare di fatto ha diviso con quel cartello le persone che possono entrare

  2. E questione di cultura dell’uguaglianza…speriamo di arrivare ad un momento in cui non vedremo cartelli con scritto posso o non posso

  3. Maria Teresa Titti Reply to Maria

    Anche io lì per lì mi sarei sentita ferita…ogni locale dovrebbe essere accessibile….sarebbe quasi quasi da fare una legge che obbligasse i proprietari, in caso di inaccessibilità, ad esporre un cartello con scritto “Questo locale non è accessibile alle persone con disabilità.Aiutiamo il proprietario ad essere più civile e rispettoso dei diritti di ogni essere umano”.
    Hai presente come nei vecchi film dove la maestra appendeva il cartello alle spalle dell’alunno che era in castigo con su scritto “io mi sono comportato male”? Stessa cosa.
    Meglio pensare alla buonafede del negoziante, in questo caso…ci arrabbieremo un po’ di meno 🙂
    Un abbraccio

  4. Effettivamente,se avesse evitato la scritta (parlo da animalista convinto)avrebbe fatto un gesto stupendo. Ma quella persona forse invece che criticata per la scritta andrebbe ringraziata. Pensate a quanti luoghi più importanti non viè accessibilità.

  5. Caro Paolo.. sono d’accordo con te.. sicuramente la signora non dev’essere oggetto di critica per le sue intenzioni nè per il fatto che è una dei pochi che permetto di accedere al proprio esercizio in qualsiasi condizioni.. tuttavia la mia era una considerazione sulla scritta e sul fatto che spesso, anche quando non si vuol fare discriminazione, capita involontariamente di essere poco delicati.. tutto qui..

  6. Mah, io condivido quello che ha scritto Maria Teresa Titti, cioè la rozza buona fede della negoziante…per lo meno ci ha pensato! io credo che ognuno di noi SM abbia un casino di aneddoti, (magari poco divertenti) proprio riguardo alcuni comportamenti di alcune persone (non tutte) sull’argomento…c’è una particolare forma di “iperprotezionismo”, per cui ci si sente in qualchemodo leggittimati a farci pat-pat sulla testa, od a toccarci il braccio quando sei in carrozzina, o a darti del tu…ma io penso -voglio pensare- che lo facciano in buona fede, magari pensando tra sè e sè “poverino…” ciao, Carlo

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