Avevo smesso di viaggiare, ora ho ricominciato :)

La foto che vedete qua sopra è stata scattata durante un giro in auto in Islanda. È stato il viaggio che avevo sognato di fare per un bel po’; era la prima volta che facevo un viaggio da solo (all’estero! in un paese in cui parlano una lingua strana!! in cui fa freddissimo!).

Mi ricordo l’aurora boreale, le spiagge di sabbia nera, l’accento inglese strascicato degli islandesi, i geyser e il vento freddo che soffiava costantemente. L’Islanda era, nella mia testa di ventisettenne post-adolescente pieno di sogni in testa, una specie di piccolo traguardo finalmente raggiunto, anche se soltanto per una breve vacanza.

Era il settembre del 2005, e al ritorno mi ricordo di aver pensato “però, viaggiare è una cosa che dovrei fare più spesso, viaggiare da solo soprattutto”.

A maggio 2006, nemmeno un anno dopo, ho ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla,
e la mia vita ha preso una direzione leggermente diversa da quella che mi aspettavo fino ad allora: è iniziata la scoperta di questa nuova condizione, il percorso con la psicologa (spoiler: volevo andarci da anni, ma quale migliore occasione?), il cercare di costruire un equilibrio nuovo che comprendesse questa nuova ospite. E così è passato il tempo, perché non ci si mette certo un mese a fare questa cosa, e gli anni sono andati avanti lentamente.

Poi è arrivata la passione per il volo, è arrivata l’aria e poi è arrivata lei, che all’inizio era “una” e dopo un po’ è diventata “l’unica”, e “quella con cui divido la vita e l’appartamento”. Chiacchierando, ci è venuto in mente che non ero mai stato a Londra e che ogni due anni vicino a Londra c’è un’importantissima manifestazione aerea, così ci siamo detti che dovevamo proprio andare – sia per gli aerei che per Londra (ma soprattutto per gli aerei :P).

Così è stato. Proprio mentre pensavo alla partenza ho realizzato che in seguito all’evento “diagnosi di sclerosi multipla” avevo smesso di viaggiare per più di dieci anni. Mi ero dimenticato di quel Gabriele del 2005 che voleva viaggiare e riempirsi gli occhi di posti nuovi, e sebbene non abbia rimpianti riguardo gli ultimi dieci anni della mia vita non posso negare che questa era una cosa che mi mancava parecchio: è solo che non mi ero accorto di quanto mi mancasse finchè non l’ho fatto di nuovo.

Avevo scordato quel senso di straniamento e quella voglia di sorridere che si hanno quando si torna a casa dopo essere stati in un altro posto mai visto. Ora me lo sono ricordato, e so anche come ci si sente ad esserci andati con la persona con cui si condivide la vita.
Adesso continuiamo* 🙂

*anche perché diciamoci la verità: ci sono ancora un sacco di aerei da vedere, nel mondo.

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8 commenti

  1. Grande GABRIELE…sempre avanti

  2. Vorrei essere cosi forte anche io ma a otto mesi dalla convivenza con lei (s.m.) ancora non riesco…grande Gabriele un abbraccio

  3. Grande Gabriele continua cosi!! A me piace viaggiare piace tanto e mi piace prendere l’aereo e sai da cosa mi faccio fermare? Il fatto di dover sempre portarmi dietro il farmaco, il fatto di dover dare spiegazioni e così da quando faccio la terapia solo una volta ho viaggiato in aereo e di questo me ne pento perché vorrei andare in tanti posti e uno di questi è proprio l’ISLANDA con i suoi geyser!

  4. Ciao Gabriele, che meraviglia l’Islanda! è la prima volta che scrivo qui… sono neodiagnosticata, 42enne, viaggiatrice instancabile e ti ho trovato cercando, appunto viaggi + sclerosi multipla, è stata uno dei miei primi pensieri! Ho una domanda proprio terra terra: domani inizio Plegridy, la primissima iniezione della primissima terapia, e a fine mese parto per 3 settimane in Grecia. Tu come porti dietro i farmaci, se prendi farmaci iniettivi da tenere al fresco? Domani chiederò, ma ho già capito che sentire la testimonianza in prima persona di chi ci è dentro conforta di più. Grazie e buonissimi viaggi 😀

    • ciao Simona, uso il Rebif dal 2006; mi porto dietro la borsa frigo e cerco di stare in posti che abbiano disponibilità di un frigorifero (d’estate, nelle altre stagioni può stare fuori dal frigorifero…).
      Questo è un limite, certo, ma per ora ho fatto sempre viaggi di una decina di giorni quindi il problema non c’è stato 🙂

      • Grazie Gabriele per la risposta. Ieri in ambulatorio mi hanno dato borsa frigo per il Plegridy e passaporto terapeutico in italiano e inglese… non avevo pensato all’importanza di cercare sempre sistemazioni con il frigorifero, giusto!! Spero che nessuno faccia storie (o troppe domande) in aeroporto e via, si parte! Da qui a dicembre ho già i biglietti per Cina e Messico… speriamo vada tutto bene. Da “novellina” mi preoccupa anche pensare a come reagirò al farmaco, se non sarà troppo pesante girare così (io viaggio anche per lavoro), ma… una cosa per volta! Grazie 🙂

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