Quando sono andata in tilt ho capito che dovevo prendermi cura di me stessa

Nell’ultimo anno mi sono ritrovata a dover lavorare molto su me stessa, dopo un evento stupendo che però allo stesso tempo mi ha fatto andare completamente in tilt.

È successo proprio questo quando la mia migliore amica mi ha comunicato che sarei diventata zia. Sì perché tra noi c’è un rapporto talmente stretto che è come se fossimo sorelle. Ricevuta la notizia è come se mi fossi completamente divisa in due: da una parte c’era la gioia immensa, ma dall’altra è stato come un colpo al cuore. Avere un bambino è infatti da tempo il sogno della mia vita, ma al momento non c’è nessuna condizione che mi possa far pensare che magari un giorno ci sarà.

Lo so, nella vita non si può mai dire e le cose possono cambiare molto velocemente. Ma il fatto di avere più di 30 anni e non avere neanche l’ombra di un possibile compagno non mi aiuta più di tanto.

Così mi è cascato il mondo addosso, non sapevo bene come comportarmi e quale fosse la cosa migliore da fare, anche perché mai e poi mai avrei voluto che la mia amica intuisse questo mio forte disagio e peggio ancora si sentisse in colpa perché lei aveva tutto quello che io vorrei ma non ho.

Dopo qualche giorno di smarrimento, pianti a dirotto giorno e notte, ho deciso che avrei dovuto fare qualcosa. La cosa più semplice sarebbe stata quella di scappare, evitare, fare finta di niente, ma riflettendoci ho capito che non sarebbe stata affatto una soluzione, anzi…mi avrebbe solo fatto perdere momenti ed emozioni che non avrei più potuto recuperare e di questo mi sarei pentita per tutta la vita. Ho deciso quindi di fare un lavoro molto lungo e molto complesso su me stessa, ma da sola non ce l’avrei mai fatta e così mi sono fatta aiutare da una psicoterapeuta.

Dalla diagnosi ad oggi ho conosciuto vari psicoteraupeuti, ma sinceramente non ci ho mai ricavato granché. Questa volta è stato diverso. La mia psicologa è specializzata in psicoterapia strategica: cioè non un “semplice” parlare e ascoltare, ma ci sono degli esercizi da fare come “compiti a casa”, dei quali discutiamo durante l’incontro successivo.

Determinante in questo mio percorso è la scrittura; scrivo quando sto bene, ma soprattutto come sfogo nei momenti di crisi e rabbia, scrivo a chiunque io senta il bisogno di scrivere, che sia una persona, una cosa o un animale. La carta su cui si scrive non giudica, non commenta, non ti fa cambiare idea, riceve le tue parole, belle o brutte che siano, e basta.

Forse ad alcuni sembrerà strano ma aiuta tanto. Così, insieme ad altri esercizi mirati, ho fatto grandi passi in avanti e se mi guardo indietro devo ammettere di essere stata proprio brava.

Della gravidanza della mia amica non mi sono persa niente: la pancia che cresceva, l’ecografia, la prima tutina, i calci nella pancia. Non sempre è stato facile, anzi devo ammettere che a volte mi sono dovuta sforzare parecchio ma ora ne sono contenta e orgogliosa. Non potrò mai dimenticare la felicità e l’emozione che ho provato quando ho ricevuto il messaggio: “è nato!!!!”. È stata dura non poter prendere la macchina all’istante per andare a conoscere il mio nipotino, ma per fortuna non ho dovuto aspettare tanto.

Quando l’ho visto è stato amore a prima vista e non poteva essere diversamente.

Tuttora ho momenti di crisi, giorni più difficili di altri, il mio percorso ovviamente non è finito, sta continuando, e devo ancora lavorare molto. Non mollo ma intanto posso dire di essere soddisfatta di ciò che ho fatto finora; ci ho messo tanto impegno e tanto ancora ce ne metterò perché ho capito che fa bene a me stessa ed è proprio di me stessa che mi voglio prendere cura.

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1 commento

  1. Luca Carubelli Reply to Luca

    Ciao, Martina. ..mi chiamo Luca, ho 36 anni e vivo in Romagna in un paese vicino a Faenza. ..da tempo leggo i tuoi post perché anch’io convivo la sclerosi multipla sa 5 anni.
    Ho perso un bel lavoro. ..Ristornate…poi la ragazza è infine mio padre in un banale incidente stradale. ..anch’io come te non mollo,tengo duro e cerco di ricostruire quello che mi è venuto a mancare. Ho un nuovo lavoro in un’industria di materiale informatico, seguo un percorso psicoterapeutico e accetto in qualche modo i condizionamenti del mio vissuto. ..valorizzando gli aspetti positivi : la crescita di autocoscienza, un po’ di Fede. ..la musica. ..i miei bimbi di 7 e 11 anni che per fortuna vedo due volte a settimana.( li vedrei più spesso ma ci sono dei problemi logistici).
    Sono mesi che vorrei scriverti ma mi sono trattenuto, forse per timidezza.
    Ho molta considerazione per il tuo coraggio e per la tua forza di volontà e la tua gentilezza di animo.
    Mi piacerebbe fare amicizia con te…visto che condividiamo non solo una patologia in senso stretto ma anche un approccio simile per sensibilità rispetto ai problemi della vita quotidiana.
    Se accetti di parlare un po’ …rispondimi!! Ci sono anche per un caffè a piazza Del Campo. . .dato che il mio psicologo che è nato in Val d’Elsa…mi parla spesso di Siena! !

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