Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Il mio viaggio in Scozia con Lei. Ecco come è andata

Oggi pubblichiamo la storia di Sonia. Tornata da un bel viaggio in Scozia, ci regala una riflessione sul significato di viaggiare con una compagna scomoda come la sclerosi multipla. 

Quando hai la sclerosi multipla e devi affrontare un viaggio porti con te, oltre alla voglia di conoscere luoghi nuovi e culture diverse, l’idea che potrebbero esserci problemi di comunicazione fra te, lei, e l’entusiasmo che ti circonda.

In una situazione di normalità (anche se è sempre difficile dare un corretto significato alla parola “normale”), l’unico stress è dovuto al dubbio di aver messo tutto il necessario in valigia, di aver fatto il check-in online, di aver preso i documenti (e che siano validi!), oppure alle possibili turbolenze durante il volo.

Quando invece c’è anche la sclerosi multipla, come scomoda compagna, la situazione è un pochino diversa.

Sono rientrata qualche giorno fa da un viaggetto in Scozia. Inutile elencarvi le meraviglie del posto: Edimburgo, le Highlands, i castelli, Lochness. Ci vorrebbero pagine e pagine solo queste bellezze.

Voglio piuttosto concentrarmi su cosa ha significato per me viaggiare con Lei. Innanzitutto ho pregato fino all’ultimo giorno che la mia carissima gamba destra stesse tranquilla al suo posto, senza dare problemi e senza farmi zoppicare.

Ho cercato di assicurarmi tutti i giorni che in tutti i posti che avevo pianificato di visitare ci fossero i bagni vicini. Anche quando abbiamo fatto una gita in pullman, ho sperato si facessero parecchie soste nell’arco della giornata. Sapete com’è, quando la vescica chiama bisogna essere pronti a rispondere.

Ho sperato di alzarmi tutti i giorni senza dover combattere con qualche muscolo contratto o con il mal di schiena, l’acido lattico e quel dolore diffuso in ogni parte del corpo dovuto alle lunghe camminate.

Ho tentato di non darla vinta alla fatica anche per non essere un peso per chi viaggiava con me. Tuttavia, però, puntualmente alle 9 di sera ero già nel letto. Infine, ma proprio alla fine, l’ho anche ringraziata per la sua comprensione.

Sì, perché quel patto di clemenza fra me e lei è stato rispettato. Mi ha permesso di godere di ogni giorno di tutto quello che questo bellissimo paese ha da offrire.

Sto cercando di sfruttare questi anni in cui la sclerosi multipla, seppur costantemente presente, se ne sta in un angolino.

Chi non sa di Lei mi dice: “Fai adesso tutto ciò che vuoi, che sei ancora giovane!”. Io annuisco ma dentro di me penso: “Faccio tutto ciò che voglio adesso, finché posso!”.

Sonia

4 risposte

  1. Come ti capisco .Viaggiare è la mia vita è mi rifiuto di smettere di farlo anzi…alzo la posta ..Lo scorso anno ho realizzato il mio sogno Perù arrivando a Machu Picchu .Pure io zoppico e mi siedo spesso ma con le mie bacchette da nordik walking e scarpette da trekking con suola antiscivolo cerco di affrontare tutto Se crollo chiedo aiuto e nel mondo in tanti sono pronti a farlo ..E quando torni alla vita normale le difficoltà di ogni giorno ,forte di quello che hai affrontato sono minori .

  2. Vorrei tanto anche io,andare in Scozia,ma a viverci.
    È ti capisco perfettamente,perché anche per una semplice gita,fuori porta,bisogna essere sempre organizzati,per gli imprevisti.Tanto si sa,la mente va a mille,ma il corpo non la segue

  3. Leggendo il racconto del tuo viaggio mi ritrovo in molte tue preoccupazioni soprattutto quella della ricerca del bagno. Sì , questo per me è un GRANDISSIMO limite . Non mi permette una sana vita sociale e soprattutto viaggi per esempio in aereo poiché non saprei come affrontarlo. Sono in carrozzina il che rende tutto più difficile. Se qualcuno viaggia spesso può darmi un’idea ? Sono una donna

  4. Già capisco anchio .. sono appena stata in Egitto una settimana e le mimpaure erano le stesse.. mi da forza sapere che non sono solo io a farmi questi viaggi mentali… ciao. Elena

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Eleonora

Come glielo dico?

Era passato poco tempo dalla diagnosi, ero in macchina con tre mie amiche: due sapevano di Lei, una no. Ed è proprio di Lei che stavamo parlando. Allora una delle

Leggi Tutto »

“Ma te lo faccio vedere ioooo come si faaa …!!!”

Si è vero, confesso: “Soffro di manie di protagonismo”…una malattia dalla quale difficilmente si riesce a guarire, anche se a dire il vero pian piano sto cercando di uscire fuori dal giro. Per questo motivo diversi anni fa, i miei amici decisero di soprannominarmi: “Lo Sborone”. Ve lo ricordate il famoso personaggio di Zelig Oriano Ferrari, il meccanico della Ferrari interpretato da Marco Della Noce, quando pronunciava la famosa frase: “Voleva fare lo sboroneee…!!! Ma te lo faccio vedere ioooo come si fa…!!!”. Quel te lo faccio vedere iooo come si fa, si concludeva sempre con una gaffe da parte del personaggio che pronunciava questa frase.

Leggi Tutto »