Come ho imparato a gestire gli attacchi d’ansia

Spesso e volentieri parliamo di limiti fisici legati alla sclerosi multipla, deficit motori, problemi urinari, insomma tutti quei sintomi che ci rendono la vita abbastanza complicata da gestire. Ma oggi voglio condividere un altro tipo di limite: gli attacchi di ansia.

Se ne parla molto tra persone con sclerosi multipla, ognuno ha le sue cause, non sempre legate alla patologia, ma che comunque influiscono in modo negativo non solo sul nostro benessere fisico ma colpiscono anche la sfera sociale, psicologica ed affettiva.

 

Vi racconto i miei attacchi d’ansia

Per me sono iniziati a causa di un lutto. Il primo esordio l’ho avuto in una serata tra amici, mi trovavo lì, ma inconsciamente non volevo esserci, ed il mio corpo ha reagito con tachicardia, sudorazione eccessiva (potete immaginare il disagio), tremore, rigidità e vertigini. Sentivo dentro di me che stavo perdendo il controllo e non riuscivo a pensare in modo lucido. Volevo andare via ma non riuscivo a muovermi e respiravo a fatica.

Con il tempo ho notato che questi attacchi diventavano meno rari, capitavano quando ero in mezzo alla gente e soprattutto diventavano più aggressivi. Mi calmavo solo quando ero sola. Quando passavano mi sentivo come svuotata.

Più cercavo di vivere ed affrontare il mio trauma in modo “normale” per me (ma sbagliato) cioè mettendolo da parte, facendo finta che non fosse accaduto, più implodevo dentro.

Nei mesi successivi al primo attacco di ansia ho cominciato a dormire di meno, gli incubi mi svegliavano di soprassalto, la sclerosi multipla si cibava di questo e mi rendeva sempre più stanca, i sintomi aumentavano ed io ho iniziato a perdere consapevolezza dell’ambiente circostante e di me stessa, fino a non sentire o provare più nulla.

 

La psicologa mi ha aiutato

Dopo un anno mi sono rivolta ad una psicologa che mi ha diagnosticato una sindrome post traumatica da stress che si manifestava soprattutto con attacchi d’ansia. Ne sono uscita dopo quasi due anni da questo inferno, da questa “ansia di avere attacchi d’ansia”.

“Non prendo il treno perché ho l’ansia”.

“Esco o non esco? E se mi viene l’attacco di ansia?”.

“Ho l’ansia della folla”.

“Devo sapere in che posto andiamo perché se non so se c’è un bagno mi viene l’ansia”

E tanto altro ancora.

 

Quante volte abbiamo vissuto questi momenti?

Ansia su ansia e disagi che ci portano ad evitare luoghi o persone. Nel peggiore dei casi, come è accaduto a me, inizi ad avere un’aspettativa negativa su te stessa e sul mondo, per non parlare delle alterazioni dell’umore, e dell’incapacità di instaurare legami affettivi.

Il punto è che a volte pensiamo che sia normale vivere così, subire l’attacco d’ansia o di panico, come se non ci fosse via d’uscita

Quanto mi sono persa in quei due anni solamente perché avevo scelto di subire quella situazione invece di aiutare me stessa? Tanto, troppo! E non è giusto perché vivere così non è la normalità, perché gli attacchi d’ansia si possono gestire se seguiamo i consigli di un esperto. Se non capiamo questo saremo sempre vittime di quello che ci capita. Semplicemente “perché è così e ce lo dobbiamo tenere“. Ma anche no!

Ho scritto questa mia storia come un appello a reagire, ad affrontare queste situazioni perché certi problemi non possiamo risolverli, è vero, ma altri si ed è nostro dovere scegliere di reagire per stare bene.

Cerchiamo di amare un di più noi stessi, solo così potremo essere più sereni e, perché no, anche felici. Che male c’è ?

 

Come ben illustra la storia di Romilda, la salute fisica è solo uno degli ingredienti per il benessere di una persona. Un ruolo cruciale giocano anche i fattori psicologici e sociali. Parlando di sclerosi multipla (SM) non si può prescindere dalla sua influenza sulla vita emotiva, psicologica e sociale delle persone interessate e, in modo indiretto, delle persone che stanno loro vicino. Per questo AISM ha realizzato una guida, affinché le persone con sclerosi multipla abbiano tutte le informazioni necessarie per capire e per interpretare la propria situazione, così da attivare risorse personali e sociali, ed eventualmente ricorrere all’aiuto di professionisti.
Scarica la guida Aspetti psicologici e sclerosi multipla

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5 commenti

  1. Angela Murgia Reply to Angela

    Cara Romilda in questo periodo,quasi un anno,in cui ho appreso di aver la SM anche io,non credo di avere avuto dei veri attacchi d’ansia come i tuoi però,mi sto rendendo conto di essere sempre più sensibile agli atteggiamenti e alle parole di chi mi sta attorno.Per quanto io mi ripeta che non devo dare credito alle chiacchiere di chi non sa,di chi non prova,il confronto mi rimane sempre più difficile e a volte,la mia reazione è così forte da lasciarmi poi svuotata,senza la forza di reagire e tutto questo poi si ripercuote con la mia famiglia. Sai cara,mi è successo proprio ieri e il pianto di tante ore,ha lasciato il segno sul mio viso e ora, sono venuta a vedere sul blog se ci fosse qualcosa che mi avrebbe aiutato a superare questo momento x me triste. Grazie davvero Romilde sei stata come un toccasana,sarà anche xke gli effetti dell’iniezione cominciano a svanire ma oggi sono più positiva e mi sento di dirti con tutto il mio cuore, continua così tutti NOI dobbiamo reagire e quando ci rendiamo conto di non riuscire ad affrontare la situazione da soli,è giusto che ci facciamo aiutare. Un caro abbraccio,Angela Murgia

    • Ciao Angela ,grazie per aver letto il mio post e per le tue parole. Anche io subito dopo la diagnosi tenevo conto di quello che pensavano gli altri..anche troppo! Ora sono passati quasi otto anni..e le cose sono cambiate..vedrai che con il passare del tempo il tuo percorso di consapevolezza con questa malattia sarà diverso,a volte difficile ,altre più facile. Ma io credo che il tempo e la nostra forza di volontà possano aiutarci molto. In bocca al lupo per tutto 🙂

  2. A volte, quando si cade non sempre riusciamo a metterci in piedi da soli. Sono lezioni molto dure, però la forza di volontà non ci manca. Sebbene anche se siamo teste calde e voliamo cavarcela da soli, anche quando ci troviamo ad un punto morto, riusciamo in qualche modo a tirarci su, che sia grazie l’aiuto altrui o da soli in qualche modo ce la facciamo 🙂
    Anche se dici di aver perso due anni io sono convinto che in parte un grosso insegnamento lo hanno dato, come a me che per 2 anni mi sono quasi lasciato tirare giù nel baratro perché incapace di gestire ogni situazione, ci si sveglia insomma, ci si attiva per davvero e si inizia a vivere nuovamente, anzi si vive meglio di sempre 🙂
    Amare se stessi è fondamentale solo cosi si può davvero iniziare a sorridere alla vita. Mi ha fatto piacere leggere questo post, grazie, in un certo qual modo scrivere spesso aiuta se stessi ed altri =)

    Continua sempre cosi 😉

    Elia

    • Ciao Elia,grazie per il tuo commento..sicuramente l’insegnamento c’è stato,qualcosa si è perso ma si è anche guadagnato. Ho letto anche io il tuo post ,mi è piaciuto molto perché non sempre è facile esprimere sentimenti autentici. Ti abbracciò e ti auguro il meglio 🙂

  3. Anna Barricella Reply to Anna

    Mi rispecchio completamente nelle tue parole…anch’io ho trovato giovamento nel parlare per un po’ con una psicologa ma l’ignoranza di chi mi circonda non mi ha fatto continuare.Forse un giorno trovero’ il coraggio di raccontare la mia storia…baci

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