“Progetti, paure e quel figlio che ci divide”

“Mi domando io, come si fa a proporre la gravidanza a un uomo spaventato? In modo giusto, voglio dire. E in alternativa, perché può essere davvero tutto nella vita, come si fa ad accettare un «no» dal tuo uomo?”

Una nuova lettera, pubblicata su SM Italia 5/2012, che potete scaricare dal sito dell’AISM, affronta un tema molto delicato: come si affronta una questione così importante come avere un figlio se non si è entrambi della stessa convenzione, oppure ci sono forti dubbi e timori che destabilizzano la coppia. Come sempre trovate la risposta di un esperto su SM Italia, questa volta di Silvia Bonino, psicologa e psicoterapeuta dell’Università di Torino e persona con sclerosi multipla.

 

Io le fasi del «lutto» della diagnosi le ho passate tutte.  La negazione, il non voler stare in AISM solo perché mi dava
fastidio ricevere consigli, la paura che sarei peggiorata. La rabbia quando sento la fatica e la gente non si rende conto,
ma mica perché ti giudica: perché da fuori non si vede! E pensavo che anche mio marito le avesse passate tutte, le fasi del «lutto». In fondo la diagnosi è arrivata 7 anni fa, e io e lui proprio sette anni fa ci siamo conosciuti, quindi la diagnosi è andata di pari passo con noi. Siamo sposati da 2 anni ma di un figlio abbiamo sempre parlato. Io fin da piccola mi ero fissata sull’età dei 30 anni per avere un bambino, poi la vita, come dire, ha spinto un po’ più in là questo limite… Oggi ne ho 34.

E invece mio marito mi ha sorpreso. È stato un momento bruttissimo, che non mi aspettavo. A ottobre 2011 ho fatto la risonanza. Era pulita. E allora gliel’ho chiesto in modo ‘ufficiale’, di fare un figlio. Non solo mi aspettavo una risposta positiva, pensavo addirittura che venisse da lui, la richiesta. E invece è andato in crisi. Lui mi ha detto subito che la crisi era sua, personale, insomma si è autoattribuito tutto (devo dire che mio marito anche con la SM è sempre discreto, non vuole pesarmi mai, mi aiuta solo se glielo chiedo io, nasconde spesso le sue emozioni).

Insomma, per farla breve, mi ha detto che si sarebbe fatto aiutare, e in effetti da allora è andato in terapia. Tra noi, intanto, mega-litigate. A gennaio di quest’anno me ne sono andata via due mesi. Mi sono disillusa. Non esiste il principe azzurro, non esiste che la mia SM è speciale perché sto bene, non esiste di andare ‘come un treno’ perché la risonanza è pulita. E, su questo ha anche lui le sue ragioni, non posso far conto solo su di me. L’ho torchiato di domande (ci sono abituata… lavoro nel campo del sociale) e sì, mi ha confessato di non sentirsi adeguato, come marito e come padre. Okay, ho detto io, lavoriamoci. Ma io sono una «caterpillar». Certo che ho paura, ma cerco di non pensarci, altrimenti non lo farei mai. Penso che uno si può riorganizzare con qualsiasi problema. Io poi ho una famiglia meravigliosa alle spalle e medici ottimi, sono fortunata. Però se non fosse stato così…

La paura certo, che c’è. Ma io tendo ad affrontarla di petto. Ora siamo tornati insieme e ci stiamo confrontando di nuovo. Mi domando io, come si fa a proporre la gravidanza a un uomo spaventato? In modo giusto, voglio dire. E in alternativa, perché può essere davvero tutto nella vita, come si fa ad accettare un «no» dal tuo uomo?

Lettera firmata

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8 commenti

  1. penso che non sia per niente facile.Anch io ho avuto problemi simili con mio marito e posso dirti che se non hai un amore forte alle spalle,non è facile crescere un figlio.Io ho 2 bellissimi figli di 8,e 3 anni che amo,mio marito mi aiuta molto,ma è lo stesso molto faticoso,non poterti buttare a terra a giocare con loro,non poter correre a giocare a pallone(ancora cammino,ma il probl.è la stanchezza)e vuoi o non vuoi devi sempre delegare tuo marito,che magari lo fa,ma vorrebbe ogni tanto sottrarsi,è non può.Per questo dico di pensarci bene a fare un figlio,a mmeno che non si è consapevoli che bisognerà crescerli da sole,ma con la famiglia che hai detto di avere,non ti sarà difficile,e tuo marito capirà che sei più forte di lui.auguri di vero cuore. tiziana

  2. mascio 34 anni sm da 2 e papà da 9 mesi. Come è difficile.
    Certo io per diventare papà ho fatto poco (5/10 in tutto) ma come mi pesa non poter aiutare mia moglie quando sono a terra e soffro i sintomi.
    Ci vorrebbe qualcosa che alleviasse i sintomi per distrarre la mente e guardare con più gioia al piccolo. Spesso non è così. I dolori fanno da padroni e la mente fa di tutto per non accettare i disagi e così passeranno gli anni se non si spicciano a trovare farmaci per contrastare il male fisico e la stanchezza.

    • Caro Mauro, io ho 37 anni e mio figlio Matteo, ne ha quasi 2. Non ho potuto fare granchè quando era piccolo piccolo. A volte potevo solo “esserci” e guardare.
      Oggi finalmente riesco a passare più ore solo con lui, gli do la merenda, giochiamo, riesco a cambiargli il pannolino, lui sale sulle mia gambe sulla SAR, tante volte sembra che mi aiuti..
      Non siamo inutili, e la consapevolezza di saper fare dell’altro (oltre ai pochi minuti di passione..) parte da noi.

  3. Io non sapevo di avere la sclerosi multipla ma ho fatto un figlio, ora ha 18 anni ed abbiamo imparato ha vivere la vita giorno per giorno, che siamo solo di passaggio, ed ogni cosa ha un inizio e una fine. Se stiamo a vedere le malattie e la genetica non faremmo più niente.

  4. Che paura un figlio! GIUSTO! I fortunati che senza “impedimenti” riescono subito ad avere un figlio sono molti…a diventare padre sono “bravi” in tanti, ma quanti sono coloro che sanno ESSERE dei bravi papà? Quanti oggi si interrogano fino in fondo su cosa significhi essere genitori? Non sono madre, ma sono un’insegnante che di ragazzi ne vede, ne conosce, ne ascolta, ne vive diversi, tutti i giorni da sedici anni …certo figli di altri, molto più facili da “gestire” proprio perché “ a responsabilità limitata” , ma quanti di essi hanno padri che giocano con loro pur avendo gambe forti? Quanti non sono soli, pur avendo genitori attenti ad abbigliarli all’ultima moda, ad accompagnarli in piscina, a danza, in palestra?… Genitori che stacanovisticamente non si “Stancano” di fare e far fare di tutto ai propri ragazzi, ma che si “Stancano” di ascoltarli, si “Stancano” di parlare con loro, si “Stancano” di dare loro affetto! Eh sì, perché la fatica più grande che ciascuno di noi affronta nella vita è quella di amare! Non esiste amore perfetto, come non esiste persona perfetta. Ritengo quindi che sia addirittura doveroso per un genitore mostrarsi senza pudore ad un figlio con le proprie imperfezioni, con le proprie insicurezze, anche perché sono i figli stessi a sperimentare che l’infallibilità dei genitori non esiste, purchè di contro i figli possano sperimentare, con uguale certezza, che il padre e la madre sanno essere ed esserci!!! So bene che una persona con sclerosi multipla non è “Efficiente” in toto, so bene che quando gli attacchi fanno oscillare gli arti, il morale inizia ad oscillare con essi come un pendolo: si aspetta che la crisi si arresti, che sparisca senza lasciare tracce troppo evidenti… Anche io sono scappata una volta di fronte a tutto questo, anche io ho temuto che il mio compagno non fosse quello giusto perché è facile dire che la “Malattia” è un limite…Vero, lo è. Lo è quando mi ritrovo, io esile e bassina, a porgergli il braccio per sostenere lui alto e possente, lo è quando non possiamo andare a fare una corsa insieme, lo è quando si affatica più di me, lui ex sportivo più stanco di una pigra storica quale io sono sempre stata, lo è una e tante volte, per tanti motivi, nuovi e diversi ogni volta … e i miei limiti? … Ma dov’è il limite della sclerosi multipla quando lo abbraccio e in quell’abbraccio sento e trovo calore e amore vero? Quando anche nostro figlio (se dovessimo essere così fortunati da riuscire a donare la vita) sarà in quell’abbraccio, non potrà che, come me, sentirsi a casa!

  5. Ciao, sn Erika, ho 30 anni e la sm da 5/7.
    5 dalla diagnosi ma 7 da quando ho avuto il primo attacco..
    Credo che nn sia più il come proporlo ad un uomo spaventato ma come proporlo a se stesse.. Il mio desiderio di diventare mamma c’è da un sacco di tempo e mio marito in questo mi ha sempre appoggiata, eravamo sposati da sl 8 mesi quando ebbi i primi sintomi e lui c’è sempre stato, a modo suo a volte, ma oltre alla mia famiglia che è sempre presente e mi appoggia ogni scelta (anche la più assurda) è un sostegno che mi da forza e coraggio…
    Ora sn qui, quasi al sesto mese di gravidanza e gemellare..
    Sn spaventata? Si.
    Ma con un pò di egoismo nn vedo l’ora di abbracciare i miei bimbi..
    Cosa c’è di più bello che dare e ricevere amore incondizionato!?
    Prego di nn avere problemi nel dopo, ora sto una favola, prima pochi problemi e poche cure, sl cortisone ogni tanto… cercando una gravidanza mi sn sempre rifiutata altre cure…
    Qlcn dice che sn un irresponsabile, forse si ma sn sempre stata così…
    Nn ho mai portato il “lutto” alla diagnosi e nn lo porterò mai.. Il giorno dopo la diagnosi ero a gardaland :O!
    Sn fatta male? No!
    Amo il mio modo di sdrammatizzare, quando sn stanca mi siedo e mi riposo fino a che nn riesco a ripartire… avendo 3 ernie, il triplo-carpiato nn ho mai potuto farlo, quindi sn un pò abituata al sedermi e riposare se nn ce la faccio..
    Nn sò se serviranno le mie parole, spero che ti diano la forza..
    Forse nn ci azzecco nulla in un post simile ma ho voluto dirti la mia..
    Un abbraccio e coraggio…
    Xè x affrontare qlsi cosa ci vuole coraggio e noi dobbiamo averne il doppio!!

  6. Scusate ma mi sembrano tutte cazzate quelle che leggo…i veri problemi sono altri e lo dico xchè ci sono passata dall’elaborazione del lutto della diagnosi dall’aver paura a non averl più perchè il peggio che poteva scuccedere—è successo–a 2 anni dalla diagnosi di quella che sembrava una forma lieve è successo di tutto, terapie che non mi hanno coperto, ricadute iuna dietro l’altra e le mie gambe che hanno cominciato a cedere sempre più e a non recuperare col cortisone…ora sono con due stampelle perchè mi sono rotta anche una caviglia questa estate…tutto questo per dire che le cose si fanno anche con la paura, non è quello che deve frenare donne o uomini…no può essre la malattia a frenare tuo marito,sarà altro..
    Io ero rimasta incinta un anno fa, perchò lo volevo fare un figlio, no nostante tutto, avevo solo una stampella e tutto sommto andavo (lo dico a distanza di una anno..allora pensavo fosse l’inizio di un fase di miglioramento, non sapevo che era il massimo che avevo raggiunto e che da lì il baratro) e miop marito anche più di me…e dopo 6 settimane l’abbiamo perso. Non ci ho riprovato perchè i medici mi hanno detto che doevvo iniziare a curarmi il prima possibile e anche perchè ero terrorizzata che potesse andare male di nuovo. Adesso ho iniziato ina terapia ma faccio fatica a fare tutto…come avrei fatto con un figlio ? La cosa che mi dispiace è non poter dare questa gioia a mio marito che, se resterà con me, rinuncerà a una cos bellissimi..
    Scusate sono stanca di leggere anche in questi forum che la malattia ti cambia la vita —ti fa capèire ecc. si può vivere bene ecc…DIPENDE da come ti prende, in quNTO TEMPO EVOLVE e così via. Per me è stata una merda e bSTA E nel giro di 2 anni mi ha tolto utonomia e libertà—se restavo come all’inizio ma solo con la èpaura, sarebbe stata un’altra vita e un’altra malattia. Per cui an che cjhi scrive tenga presente la diversa realtà di ogni malato

  7. Ciao… be nn so da dove cominciare sono una ragazza di appena 18 anni e 9 mesi fa ho scoperto di avere la SM … tt sommato dopo ilio primo attacco che ho perso la vista da un occhio , che x fortuna ho recuperato sto bene.. ma la mia più grande paura è il futuro… sono fidanzata da 4 anni e x fortuna il mio ragazzo nn mi ha mai abbandonato… la mia paura più grande è quella se potrò mai avere un bambino , i dot mi dicono di star tranq forse xke sn ancor troppo piccola x loro, io faccio una cura di interferone Cnr rebismart … qualcun può dirmi se la cura si deve sospendere prima ?

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