I pinguini hanno messo le ali.

Un pomeriggio piovoso, e finalmente riesco a trovare un po’ di tempo da dedicare a questo posto che troppo spesso trascuro.
È successo più di tre mesi fa, visto che era il 7 di luglio, ma è come se fosse ieri per me. Il mio esame di volo.

Sveglia presto, per essere alle 8 al campo, colazione in autogrill (ormai ci vivo in autogrill, ma questa è un’altra storia) e poi lì, insieme agli altri allievi.

Una giornata di pieno sole come soltanto luglio sa dare, anche se il caldo assassino di questo agosto aveva ancora da venire. E io era più di dieci anni che non facevo un esame di qualsivoglia genere, dopo la mia breve e poco intensa carriera universitaria. E aggiungiamo anche il fatto che la mia prima prova pratica della patente (luglio 1997) era finita miseramente dopo tre minuti tre, dopo essere passato col rosso come se non ci fosse un domani.

E quindi insomma, anche se sono passati anni e io non sono la stessa persona, ero qualcosa di molto vicino a un distillato d’ansia.

E poi, invece, pare che sia capitato davvero.

Prima la prova scritta, una domanda sbagliata su 70, ed è andata;  poi, la prova pratica.

Un circuito di traffico, semplice semplice, fatto decine di volte…decollo, controbase, livellare a 500 piedi, sottovento, finale… e il finale è andato un po’ così, con un atterraggio che si poteva decisamente fare meglio, ma chi mi esaminava ha capito (o meglio l’ho capito io, perché lui lo sapeva già) che non era incapacità, ma solo ansia.
Ed ecco, io non so come altrimenti dirlo perché poi la scuola non è certo terminata, ci sono tante altre cose da imparare e c’è ancora tanta pratica da fare, ma ehi: sono un pilota.
Un pilota di aeroplani veri, piccoli quanto si vuole ma non per questo meno aeroplani e meno volanti.

Come nota a margine, da fonti dell’ambiente vengo a sapere che è molto probabile che io sia, se non la prima, una delle prime persone con SM in italia ad aver fatto questa cosa.
E questo mi fa pensare a tutte le persone che ci provano, quelli che nonostante i “ma sei disabile, non potrai mai pilotare un aeroplano” si impuntano e decidono che invece no, è proprio quello che vogliono fare, perché è quello che li appassiona. Persone come loro e loro.

E ci riescono, e io nel mio piccolo mi sento parte di quelle persone là.

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6 commenti

  1. Grande Gabry! Esempio per molti. I limiti, spesso, li abbiamo solamente nel cervello.
    Ed adesso via ancora avanti. Dobbiamo preparare l’esame di fonia!

    Un abbraccio da un altro pinguino con le ali (again!)

  2. solo ammirazione..e anche un po’ d’invidia.Grandeeee

  3. Grande!! Io Dopo aver scoperto il mio “fastidio”.. sono rinata.. devo sempre superarmi e mai fermarmi… Vivo le giornate con il mio motto YES I CAN..

  4. Dunque vediamo, ho sempre sostenuto che bastano pochi particolari (ma buoni) per rendere una persona…degna di nota. Mi pare questo il caso giusto!

  5. Checco Zalone aveva detto che i giovani con SM tra 10 anni avrebbero iniziato a volare, ma credo proprio che faremo molto prima, tu ne sei la prova!!

  6. Caro Gabri sono parole sante. Ognuno di noi ha i propri “limiti”. E visto che siamo in tema di “confessioni” voglio fare la mia.
    A 19 anni sono stato operato alla testa per un tumore, fortunatamente rivelatosi benigno.
    Ma tutti mi dicevano che sarebbe stato impossibile realizzare il mio sogno.
    E invece eccoci qua.
    Ricorda sempre una cosa Gabri: VOLA SOLO CHI OSA FARLO
    E un’altra frase – che tra parentesi è diventata il mio motto – vorrei che tu ricordassi:

    MEMENTO AUDERE SEMPER.
    Ricordati di Osare Sempre.

    ciao pilota
    un abbraccio
    Alberto

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