Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

“Quanta rabbia! Oggi il mio colore è il rosso”

background_31-03-2011_13_56_32_rosso_ferrari_2035È da molto tempo che non riesco a scrivere. Guardo il PC e nulla, non trovo le parole, perse, andate via. Ma oggi sono ritornate, come un’esplosione. Parole, pensieri, emozioni, finite chissà dove. Ma ora sono qui con me.

In questo periodo è accaduto qualcosa: incontri tante persone nella tua vita, ma poche te la cambiano. Ti lasciano qualcosa,e ti fanno provare emozioni che avevi chiuso in un cassetto. Ti ritrovi così confusa da non capire se ti stai perdendo, o se stai finalmente ritrovando te stessa.
Tutto nasce da un incontro.

Ultimamente ho condiviso quello che stavo vivendo con mia madre. Non parliamo spesso ma ogni tanto mi piace coinvolgerla in qualcosa che mi rende felice. Ma la sua risposta mi ha spiazzata. Con la tristezza negli occhi mi ha ricordato che la nostra vita non è mai stata facile, che niente è andato nel modo giusto. E che non devo fare progetti ma vivere giorno per giorno, perché con la mia SM non si può mai sapere come andrà.

Ci ho pensato su e mi sono detta: che caspita vuol dire? Da quando siamo diventati così grigi? Dove sono finiti i colori? Mi sono arrabbiata. Ed erano anni che non mi sentivo così. Lasciatemi passare il termine, mi sono proprio incazzata.

Sono arrabbiata con mia madre perché non ci crede, non crede che si può avere una vita a colori anche con una malattia. E sono arrabbiata anche con me stessa perché ogni tanto le credo. Vorrei andare a cento all’ora, sempre. Ma il mio fisico non arriva neanche ai 50. Che rabbia!

Non so mai come mi sveglierò la mattina, o in che condizioni arriverò la sera, e questo mi fa infuriare.
Quando mi dicono :”Io non sono stanca, però se tu lo sei ci fermiamo”. Caspita ma ci vuole tanto a capire che a volte non ce la faccio? E tu lì, in silenzio a cercare scuse. Che puoi fare? Nulla.

E ti arrabbi anche per questo. Per tutte le volte che ti sei accontentata, che ti sei sottovalutata. Per tutti i “mi manchi” non detti.
Per quella paura che ti paralizza. Ti rende inerme e debole. E le visite di invalidità 104, categorie protette. Che poi, protette da cosa? Tanto il lavoro non c’è.

E quel bastone così ingombrante per un semplice abbraccio. Ma ti serve, per essere più indipendente. Ma fa rabbia lo stesso. Quando guardo indietro, alla vita che facevo e al futuro che sognavo. A quella vita che non c’è più, così cambiata. Che ogni tanto mi manca.

Mi sono arrabbiata quando hanno diagnosticato un tumore a mia madre. Ed ho odiato ancora di più la mia SM perché non potevo prendermi cura di lei come avrei voluto. Sono arrabbiata perché la mia amica non c’è più e non ci sono neanche io. Perché tutto questo non volevo viverlo, ma ho dovuto affrontarlo.

Eppure io voglio viverlo con tutti i colori,anche il nero se è necessario.

Ogni tanto dobbiamo arrabbiarci. Io avevo smesso, non so se per una superficialità nata con la diagnosi o invece per un modo diverso e più profondo di vedere il mondo e me stessa. Però so che da quando vedo il mondo senza colori, le emozioni non ci sono più. E allora oggi me la vivo questa rabbia, affinché sia la benzina per dare il via al motore del mio percorso, della mia vita.

Oggi il mio colore è il rosso.

5 risposte

  1. Complimenti, non è facile.
    Si può essere travolti dall’onda o la si può cavalcare.
    Puoi essere travolta dalla rabbia o puoi rimanere presente ad essa sfruttare la sua enorme energia.
    Occorre tanta presenza.
    I miei più sentiti complimenti ed un mio grande abbraccio.
    Ale

  2. Ciao Romilda,
    credo che tua madre non abbia oggettivamente tutti i torti.
    Credo che questi confronti di opinioni siano importanti quando avvengono tra persone che si vogliono bene.
    Ognuno condivide con l’altro il proprio punto di vista…e magari….”la virtù sta nel mezzo” 🙂
    Penso anche che se si è arrabbiati vuol dire che, in qualche modo, si è ancora vivi.
    Quindi se ROSSO deve essere, ROSSO sia.
    Un abbraccio.

  3. Romilda so cosa vuol dire la diagnosi di tumore ad una persona cara e conosco il vuoto e il silenzio, so bene cosa vuol dire non poter aiutare fisicamente ma mi pare che dobbiamo distinguere l’aiuto delle mani, quello fisico dall’altro. Non è poca cosa saper condividere, saper stare vicino senza colorare il blù scuro con il rosa pallido. Voglio dire che io non ho paura del dolore lo sento e lo guardo. Poi in effetti vedo rosso- rosso sangue e mi dispiace di non essere un toro, potrei prenderlo a cornate quel rosso sangue. Credo comunque che sia preferibile il colore rosso, almeno c’è rabbia che…diciamo la verità è una super benzina. Ti abbraccio.

  4. La rabbia è comunque un’emozione, e “la vita senza emozioni sarebbe solo tempo che passa”. Romilda, hai (comunque) emozioni, pare quindi tu stia proprio VIVENDO.
    Per il futuro? Mi tocca ancora citare: “Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura”, quella che dici ti paralizza, e mi paralizza. E forse ci paralizza. Ma magari anche la paura è un’emozione, e probabilmente indica che comunque c’è un desiderio.
    Continua a desiderare Romilda, continua a desiderare, fa in modo che anche l’oggi ti manchi domani, perchè allora sarà stato un oggi da ricordare.
    E buon domani.
    Deiv

  5. Rabbia..quante volte vorrei riprendermi la mia vita,come era un tempo,ma spesso non posso,devo frenare perche sono stanca,perche arrivo gia al pomeriggio che i miei muscoli si rifiutano di seguirmi..rsbbia perche quando vorrei riprendere le mie cose da fare,rimangono la,perche sono stanca…

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