Diagnosi, uno strappo tra vita passata e presente

 

La diagnosi rappresenta per tutti un punto di non ritorno, uno spartiacque tra quello che è stato prima e ciò che è adesso, dopo l’arrivo della sclerosi multipla. Una sorta di anno zero dal quale ricominciare. In questo post Francesca descrive questo cambiamento profondo.

Nella mia vita esiste un prima e un dopo. La linea di questo invisibile orizzonte è un’immagine impressa a caratteri di fuoco nella mia memoria.

Era tardi, come sempre, dopo luna lunga giornata di lavoro il mio sguardo sfiorava il viale alberato che percorrevo veloce in auto. Le luci soffuse tra le vigne, ai due lati della strada battuta, mi accompagnavano mente lasciavo l’imponente villa ottocentesca alle mie spalle.

La stanchezza si mescolava come sempre ad una sensazione di pace. La giornata era scivolata via in modo impegnativo, ma in un universo di cui mi sentivo profondamente parte. Perché il lavoro deve essere questo: una parte di noi.

Quella “me” non ha più fatto ritorno. Ho ripercorso mille volte quel viale per ritrovare un senso alle cose, ma non ci sono mai più riuscita.

Il mattino dopo mi aspettava un viaggio. Mi attendeva Trieste con il suo sguardo bellissimo tra il Carso e il mare e la sua bora. Quel vento capriccioso che ti impedisce di camminare, di mantenerti ritta in piedi, di portare qualcosa appresso senza che lei decida di strapparlo via…

Ed ecco lo strappo: il 04 febbraio 2012. Che strana la vita…due anni più tardi, quello stesso giorno, avrei salutato per sempre mio padre. Scendevo dall’auto e un’improvvisa folata gelida mi apriva le mani , si impadroniva di tutto e ogni cosa volava lontano. La mia serenità stava andando via.

In un asettico ambulatorio nell’ottavo piano della torre di Cattinara, il mio sguardo e quello dell’uomo in camice bianco si incatenavano. Arriva la diagnosi. Sono io che finisco il nome della malattia, lo precedo e penso che la vita è bizzarra.

Tanti anni prima mi ero avvicinata per caso ad un gruppo di volontari per raccogliere un opuscolo dove si leggeva: “Sai cos’è la sclerosi multipla?”. Quel cartoncino ripiegato è sempre rimasto là nel mio cassetto. Eppure ho cambiato ben due case, ma Lui è sempre venuto con me.

Presagio, paura, chissà… Sapevo prima che venisse accertato. Ero preparata?

No non credo, non si è mai preparati alla malattia.

Ti annienta, ti annebbia, scopre le tue vulnerabilità, i tuoi sentimenti, purtroppo i peggiori.

Il corpo combatte e dove non può guarire totalmente reagisce, l’anima no. È più complessa.

A volte  mi chiedo: «dove sono io?». Una parte di me sta ancora vagando, non è più tornata.

Sì, ho continuato a percorrere mille volte quel viale ma non ho più visto la magia delle vigne illuminate nella notte e non me ne sono più sentita parte.

Francesca

 

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6 commenti

  1. Ciao Francesca,
    ho trovato affascinante e toccante il tuo modo di raccontarti.
    Credo che la SM sia una grande fregatura che ci ha riservato la vita che ci fa vedere le cose in modo irrimediabilmente diverso costringendoci a formulare quesiti che probabilmente non ci sarebbero mai passati per la testa.
    Io non ho ancora capito come si fa e se si può davvero ritornare…però spero almeno di riuscire alla fine a vivere davvero ogni momento con ogni suo turbamento (parafrasando una canzone che, chissà perchè, mi viene spesso in mente in quest’ultimo periodo).
    Un abbraccio

  2. Cornelia Gasparin Reply to Cornelia

    Cara Francesca, no non si è mai preparati nè alla malattia nè agli strappi che la vita impone ma queste sono le carte che ci sono toccate e con queste dobbiamo giocarci i giorni della nostra vita. Sono energie perse, sprecate quelle di cercare di riavere la vita di prima; forse, si può imparare a sentirci di più, a rispettarci di più a non arrabbiarsi con questo corpo che non risponde che si fa fatica a riconoscere ad amare a coccolare ma credo che questa sia la via maestra per aprire altre porte, altre strade, altri pensieri, altri “paesaggi”.
    Ti abbraccio. Cornelia

    • Ciao Cornelia questo raccontarmi, quindi condividere, mi è stato utile proprio per ritrovarmi, per iniziare davvero ad accettare “lo strappo” e cercare cose nuove.
      Un abbraccio a te. Francesca

  3. Cara Francy,

    Le tue parole mi hanno prima commossa e poi lasciato un senso di vuoto.
    Sono passati solo 5 anni eppure è una vita intera.
    Il vero sollievo ce lo dai tu, che ogni giorno, passo dopo passo affronti la SM, tu che compi il vero percorso per una guarigione dell’anima, che non ti sei nascosta dietro falsi sorrisi o l’ostentazione di coraggio.
    Tu sei vera, come vera è la malattia, la paura e la tua storia.
    Grazie.

    Un grande abbraccio

  4. Elena Manzella Reply to Elena

    Cari amici sono Elena Manzella una donna di 49 anni ed ieri dopo due mesi di analisi ricovero e esiti di forse è non forse mi hanno dato la certezza della sclerosi ! E la
    Neurologa mi ha detto che ce L ho da anni anzi forse anche da 10 anni e adesso sono arrivata al punto di camminare a stenti dolori fissi e stanchezza assurda e non parliamo degli occhi! Mercoledì avrò L incontro per parlare insieme alla dottoressa della futura cura e del percorso nuovo da intraprendere . Penso si sicuramente mi ha fatto assaporare la SM il non poter fare niente di quello che ho sempre fatto . Insegno yoga , Pilates vivo nel mondo del benessere fisico e psichico e sino a giungo anche se avevo dolori e stanchezza sporadica facevo una vita movimentata , attiva, mi piaceva . Da due mesi che non faccio più tutto ciò ma adesso che so quello che c ho non vedo L ora di curarmi e ricominciare piano piano a riprendermi la mia vita come voglio viverla io e no come vorrebbe la SM. Sono fiduciosa , speranzosa e positiva abbestia come dicono qui a Pisa e farò di tutto per rimettermi in azione per pianificare e programmare la mia vita il prima possibile . Non sono mai stata un carattere che si piange addosso si autocommisera o autogiustifica, anzi con L occasione andrò a fare a Milano corsi per insegnare il Pilates a chi soffre di SM. Perché e’ mio dovere fare stare bene gli altri e chi ne ha e vuole veramente bisogno. Di conseguenza muoviamoci e diamo vita al nostro io interiore per sfruttarre e cogliere L occasione ad un cambiamento che forzatamente si è imposto in noi. Ogni cosa accade non per caso ma c è sempre un perché ! Vi abbraccio tutti e da oggi ci sarò anche io insieme a voi. TVB Elena Manzella

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