Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

A volte non è facile, ma non lo era neanche prima

Quando hai 23 anni e stai rincorrendo i tuoi sogni, vedere che il tuo corpo improvvisamente non risponde più, è un duro colpo. Sara era a Londra e danzava per professione quando è successo. Poi gli attacchi, l’ospedale, il ritorno a casa, la diagnosi di sclerosi multipla e la riscoperta di una forza nuova e un coraggio inaspettato. Ecco la sua storia.  

 

Era la metà di luglio, nel bel mezzo dei miei fiorenti 23 anni, diretta verso il St. Thomas’ Hospital. Di nuovo. C’era il sole e faceva caldo, ma quel giorno per me era davvero insopportabile. Un operaio per la strada mi grida: “Where’s your smile, baby???” Non avevo nessuna voglia di sorridere quel giorno, volevo solo piangere.

Erano due mesi che mi sembrava di camminare su due piedoni gonfiabili, la desensibilizzazione era arrivata fino ai genitali e dopodiché mi ha privata quasi totalmente del controllo di tutta la parte sinistra del mio corpo. Dicevo alle mie gambe di andare dritto e il piede virava verso angolazioni improbabili. Danzo per professione e non riuscivo più a stare in equilibrio, ne a sollevare le braccia e tenerle su.

Quanto vuoi che ti dica?

Ricordo una crisi isterica, dovuta alle troppe volte in cui sono stata cacciata dal pronto soccorso perché “This is for emergencies only”. Quel giorno mi hanno fatta entrare solo perché non riuscivo più neanche ad articolare le parole e spiegare perché fossi lì. Non mi reggevo più neanche in piedi e cadevo addosso alla gente. Da lì ricordo una dottoressa che mi chiede: “Quanto vuoi che ti dica?”. Altri singhiozzi e un abbraccio da questa donna gentile e sconosciuta, l’unica persona che avevo accanto.
Uscivo dall’ospedale e mi facevo largo tra i turisti un po’ troppo felici, per fermarmi di fronte al mio Big Ben. Sapevo che lui mi avrebbe dato il coraggio. Avevo il telefono in mano e chiedevo insistentemente a mia mamma di chiamarmi. Ero piuttosto scossa e avevo paura di quello che sarebbe stato di me, della mia Danza e della mia Londra.Una voce pietrificata, un ultimatum, un volo last-minute ed ero già a casa dalla mia famiglia.

 

 

 

Mi sono ritrovata una persona forte 

Ho sempre avuto una paura folle degli aghi, in particolare quelli medici, ma otto giorni all’ospedale Bellaria di Bologna mi hanno dato l’occasione di provarne di ogni tipo.
Non mi sono riconosciuta nel coraggio che mi sono fatta davanti a cose che, se avesse potuto, la vecchia Sara avrebbe firmato un patto con il diavolo pur di non fare! Ma in fondo, mai nessun male arriva solo per nuocere. In questa occasione è uscita fuori una persona forte e piena di vita, ho ricevuto visite inaspettate che mi hanno riempito di gioia e ho conosciuto persone che porto sempre nel cuore, nel ricordo di notti insonni, Marisa, Barbara, cinghiali e pasti un po’ troppo anticipati.

Un dottore giovane e carino si è preso molta cura di me. Avrebbe dovuto essere un po’ meno affascinante.

Il resto è storia di una guerriera che si rialza dalla posizione a stella marina post-cortisone, e torna a combattere e danzare come non mai, che impara ad avere gli aghi come amici e che ogni giorno sa che è il suo spettacolo e deve dare il 100% quando sta sul palco della vita. Ora c’è ancora più fretta.
Non è facile a volte.
Ma non lo era neanche prima.

Sara

4 risposte

  1. Sara FORZA FORZA TI ABBRACCIO FORTE CONTINUA, LOTTA,MA SOPRATTUTTO DANZA DANZA SEMPRE, ABBRACCIA I TUOI SOGNI, PUOI FARCELA!!!!

  2. Cara Sara,
    io ti ho incontrata subito dopo la diagnosi e anni dopo averti salutata al termine della maturità. Abbiamo chiacchierato, ho sentito il palpito anomalo del tuo cuore, le tue emozioni tenute a freno, la tua forza di lottare e di continuare a fare. Certamente sei una combattente, certamente hai avuto bisogno di stivali robusti e alti per guadare il fiume e resistere alle correnti ma…… sei lì e la tua forza lo testimonia. Ti ho seguita da lontano, ti seguo quando i tuoi post incitano a cercare il sole dopo la pioggia, quando un cappuccino ti toglie la malinconia, quando liberi la tua anima in uno spettacolo, in un movimento di danza. Che dirti? Sono molto riservata e mai eccessiva quindi ….. accetta il mio sorriso ed il mio abbraccio. sempre qui se mi vorrai. allofmylove

  3. Ciao Sara,ti chiami come mia figlia e proprio come lei ,dietro alla grande forza che tiri fuori,si nasconde una persona dolce e sensibile….sei davvero una guerriera,continua così… <3

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