“Non bisogna mai smettere di sognare”

Unsplash: Javardh

Oggi vi presentiamo post un po’ particolare.  Di solito i blogger raccontano la propria vita con la sclerosi multipla in prima persona. Questa volta invece Fanny ha risposto alle domande di Adele su come si può continuare a sognare nonostante la sclerosi multipla, e come superare gli ostacoli che ci si presentano. Ne è venuta fuori un’intervista molto interessante.

“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” William Shakespeare.

Con così poche parole il drammaturgo inglese è riuscito a esprimere il legame inscindibile fra noi esseri umani e i sogni: sognare è qualcosa da cui è impossibile tenersi a distanza. Tuttavia, per le persone con sclerosi multipla fantasticare su progetti e ambizioni diventa spesso fonte di frustrazione e rabbia nei confronti della malattia, che pone continuamente ostacoli. Oggi, parlo di questo tema insieme a Fanny, una ragazza solare di 36 anni che da quando ne ha 29 convive con la sclerosi multipla.

Fanny, quali sono i tuoi sogni e le tue ambizioni per il futuro?
«
Un mio sogno è quello di diventare mamma e soprattutto nell’ultimo periodo questo desiderio è sempre più forte. Per quanto riguarda le mie ambizioni, sono una persona che dal punto di vista lavorativo si è sempre saputa accontentare: ho un lavoro a tempo indeterminato che mi piace ma in cui non riesco a sfruttare le lingue che sono quello che ho studiato. Scelsi le lingue perché sin da piccola sognavo di vivere in giro per il mondo e ora mi piacerebbe tantissimo trasferirmi all’estero: mi definisco una zingara, non amo piantare radici e forse ho paura a farlo. Già in passato ho avuto diverse esperienze all’estero; per esempio, 10 anni fa ho mollato un lavoro a tempo indeterminato per fare l’animatrice nei villaggi turistici. Ora sicuramente la situazione è diversa, sia per l’età sia per la malattia, e quindi il trasferimento all’estero dovrebbe valerne davvero la pena ma io non abbandono l’idea».

Credi che la SM ti possa ostacolare nel raggiungere questi sogni?
«Sicuramente sì. Per quanto riguarda la gravidanza, la malattia mi impedisce di scegliere il momento: serve una risonanza stabile, dovrei interrompere il farmaco. Mentre per un mio eventuale trasferimento,
sarebbe fondamentale scegliere una località in cui cure e terapie siano garantite; sicuramente non partirei allo sbaraglio, mi farei aiutare nella scelta. Già in passato mi sarebbe piaciuto fare volontariato in Africa ma non è la cosa più indicata per chi prende un farmaco immunomodulante».

Che emozioni provi davanti ai limiti che la SM pone?
«Sarei bugiarda se non dicessi che provo rabbia e un po’ di malinconia per quel che poteva essere. Ma poi cerco di trovare la positività, pensando a quello che ho, ai miei amici, alla mia famiglia, alle mie abitudini».

Che consiglio daresti a una persona che ha da poco ricevuto la diagnosi?
«Non smettere di sognare, non porti limiti perché tutto è possibile. Sicuramente sarà difficile, è inutile
negarlo, ma non credo sia giusto rinunciare a nulla. Per esempio, io non ho abbandonato l’idea di partire e quella di diventare mamma, anche se magari questi sogni non si avvereranno mai o cambierò idea su quello che voglio. Bisogna essere pronti a mettersi in gioco in ogni istante: la SM ci dà dei limiti che però, piano piano, si possono superare e nel mio caso, per quanto io sia stata fortunata, è stato così. Con la malattia sto imparando a vivere giorno dopo giorno, senza fare progetti a lungo termine. Ora quello che voglio più di ogni altra cosa è essere serena, vivere la quotidianità assaporando ogni attimo e stando in pace con me stessa».

Adele

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3 commenti

  1. Brava! Non smettiamo mai di sognare!

  2. Ciao cara
    sono diventata madre quando ancora non mi avevano diagnosticato la malattia, anche se già mi aveva colpito. In bocca al lupo, segui i tuoi sogni.

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