Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Sclerosi multipla: “nessuno si salva da solo”

Questo blog è un posto speciale, in cui cui si sono incontrate migliaia di vite. Siamo convinti che condividere sia uno dei modi per superare insieme le difficoltà. La storia di oggi ce lo conferma ancora una volta ed è uno stimolo a continuare su questa strada, che ci porta oltre la sclerosi multipla

sclerosi multipla diagnosi

Ho letto e riletto innumerevoli storie su questo blog non riuscendo mai a capire come si faccia a trovare il coraggio per parlarne.

Ad un anno dalla mia diagnosi voglio buttare fuori tutto anche io

Avevo 30 anni quando mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla, ero nel fior fiore dei miei anni. Gli anni delle consapevolezze, dei cambiamenti, dei progetti. Mai e poi mai avrei immaginato di andare e venire dal reparto di neurologia del policlinico di Bari.

Dopo un mese di innumerevoli risonanze, controlli di ogni tipo, feci la rachicentesi e mi arrivò la diagnosi.
Fu tutto così veloce che non ebbi neanche il tempo di capire cosa stesse accadendo

Ho impresso nella mente lo sguardo amorevole del mio neurologo quando scoppiai a piangere nel suo studio e mi disse “Oggi hai il diritto di piangere quanto vuoi. Da domani non si piange più e si va avanti meglio di prima”.

Aveva ragione. Non abbiamo tempo per piangere.

Dobbiamo solo pensare a tutto ciò che di bello abbiamo e a ciò che possiamo costruire con chi ci ama. 

La paura del futuro è ormai una degna compagna di questo viaggio, ogni tanto capita di crollare, di sentirsi impotenti davanti ai sintomi, di chiedersi se la prossima volta saranno ancora così o se peggioreranno.

La sclerosi multipla mi ha tolto tanto. Ci sono giornate in cui mi toglie il sorriso, giornate in cui mi toglie la forza e l’energia, giornate in cui mi fa sentire senza mani o senza gambe.

Ma la sclerosi multipla mi ha anche fatto un regalo grandissimo. Mi ha fatto capire cosa è importante nella vita e cosa non lo è. Mi ha dato la forza di fare cose che mai avrei pensato di fare nella mia vita. E soprattutto mi ha fatto capire che chi ti ama davvero resta al tuo fianco, sempre e nonostante tutto.

Spesso si dice che il giorno della diagnosi sia un nuovo compleanno da festeggiare perché nasce una nuova persona con nuovi pensieri ed un nuovo modo di vivere.

No, io ho deciso di non festeggiare il 4 agosto. Io ho deciso di festeggiare il 2 settembre. Il giorno in cui ho iniziato la terapia.

Il giorno in cui ho iniziato a fare una cosa solo per me. Il giorno in cui ho capito che senza di me non posso andare avanti, ma se abbiamo una mano che stringe la nostra è meglio ed il futuro fa un po’ meno paura.

Ed è il giorno in cui ho capito che sono circondata da tanto amore, e ammetto che sono una persona molto fortunata.

Una strada percorsa da soli non è una strada giusta, perché dal bordo del baratro è destinato a cadere chi non ha la vicinanza di una mano amica. Nessuno si salva da solo.”

G.

Se vuoi condividere la tua storia su queste pagine scrivi a blog@giovanioltrelasm.it

Una risposta

  1. Si e vero bisogna vivere con la malattia che abbiamo nel corpo nostro.dobbiamo vivere la nostra vita con le persone che ci siano accanto a noi con la famiglia e nostri cari amici che ci rendono felici anche se noi siamo mallati. Vivere felici e dare la nostra forza per essere felici con quello che faciamo. Tanti saluti a tutti essere contenti e felici.

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