La paura del risveglio

pauraÈ da un po’ di tempo che mi succede, e sta prendendo troppo spazio nei miei pensieri. Si sta quasi “impossessando” di me e la cosa non mi piace proprio per niente. Io che non ho mai amato le dipendenze, io che mi sono sempre sentita così forte, io che odio i chiodi fissi, io che a sentirmi così fragile mi destabilizzo.

Proprio io questa volta sto inciampando in una paura che non avrei mai pensato potesse venirmi: la paura di svegliarmi e di non riuscire a muovere una parte di me.

La notte vado a dormire a fatica con il pensiero di come sarà il mio risveglio: mi agito e aspetto che arrivi la mattina. Quando suona la sveglia resto immobile per qualche istante e inizio a controllare che tutto funzioni correttamente. Il cuore batte forte e sento salire un’ansia a me molto conosciuta. Dai Fanny, tre, due, uno, VIA! “Testolina chiama piedini”… Tac! “Testolina chiama gambine”… Tac! “Testolina chiama manine e braccine”…Tac! Fino a qui sembra tutto a posto ma manca un altro controllo prima di alzarmi in piedi: l’equilibrio. Da questo momento in poi comincio a vivere la mia giornata al massimo, cercando di mettere da parte la fatica, quella fastidiosissima compagna acquistata assieme al pacchetto SM ormai 5 anni fa.

Mi sento stupida ad agitarmi in questo modo ma penso che forse prima o poi doveva capitare un momento simile, un momento di fragilità di fronte a questa compagna scomoda così tenace e così aggressiva a volte. Cerco di incoraggiarmi e di non sgridarmi come faccio quotidianamente per ogni cosa. Ci provo. A volte vorrei sapere dove mi porterà lei, altre volte invece credo vada bene così.

Ho scoperto una Fanny che non pensavo esistesse, una Fanny che ama piangere di nascosto e che fa finta che vada sempre tutto bene, una Fanny che si arrabbia con se stessa quando le scivola qualcosa dalle mani o quando inciampa o quando sente che la forza delle braccia inizia a diminuire, una Fanny che però non ha la minima intenzione di mollare questa lotta perché posso scivolare, posso urlare dalla rabbia ma anche a gattoni o strisciando ce la devo fare perché il vero perdente è chi abbandona: non importa chi vince o chi perde. La vera vittoria è salire sul ring della vita!

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7 commenti

  1. Ciao Fanny, ho letto il tuo post. mi dispiace che per adesso provi questa paura. Magari è un periodo anche se si è coscienti di questo, ( amica invadente sm ) essere positivi e non pensare al peggio è sicuramente di aiuto.
    Certo siamo realisti, per questo non bastano le nostre sole forze; c’è bisogno di fede ( se non sei credente non tenerne conto ) Io incoraggio sempre mia moglie Aurelia con la parola di Dio; perché tutte le sue promesse, come nel passato si adempiranno anche nel nostro prossimo futuro. ( Isaia 55: 10,11 )
    Forza e coraggio Fenny, ti auguro una buona giornata! ( Solo chi vive questa patologia può capire )

    Antonino l’ombra di Aurelia http://www.jw.org antoninocacciola@hotmail.it

    • ANNA PIA Reply to ANNA

      Ciao Fanny ti capisco anche a me spesso capita mi sono ritrovata molto nelle cose che hai scritto mettici la forza che hai anche quanto è difficile.Proprio l’altro giorno sono scivolata per le scale perdendo l’equilibrio però mi sono rialzata…è molto difficile ogni giorno mi do coraggio e forza che io sono più forte di tutte le cose brutte che lei mi porta spero che col tempo possa essere più forte di lei come te un abbraccio dicono che fanno bene gli abbracci e migliorano l’umore te ne mando tanti coraggio.:)

    • Ciao caro Antonino, chiedo scusa per il ritardo nella risposta ma purtroppo impegno sempre troppo il mio tempo che 24 ore non bastano. Ti ringrazio davvero per le tue parole e accolgo più che volentieri il tuo incoraggiamento. A volte cado anch’io, e questa era una di quelle. Un abbraccio, dal cuore.

  2. Cornelia Gasparin Reply to Cornelia

    Fanny cara, conosco bene la fragilità e la paura che sempre l’accompagna! Sul ring della vita ci siamo già e l’avversario che dobbiamo incontrare ad ogni respiro è bello grosso. A volte mi chiedo se è un avversario, se devo considerarlo un nemico, se è meglio farselo amico che combatterlo, se conoscendolo meglio si può tentare di convivere meno tristemente se…….non so cosa sia meglio però so una cosa molto importante: se mi cade una cosa oppure se inciampo non voglio-non devo sgridarmi perchè faccio sempre più che posso e meglio che posso perciò…..Penso che se avessi una persona cara, carissima vicino a me che non riesce a fare una cosa perchè proprio non ce la fa non mi verrebbe mai di sgridarla, credo anzi che l’accarezzerei e le direi: ora respira, respira più piano, piano.
    Vorrei diventare quella amica di me stessa. Ti auguro un’amica così. Un bacio

  3. Cara Fanny , come ti capisco! Anch’io ho avuto questo periodo ma poi ho deciso che non potevo continuare così. Ho smesso di farmi la autoradiografia mattiniera e ho iniziato a comportarmi come se non avessi nessuna malattia. Ha funzionato , vivo meglio. Sono piu solare e positiva. Non è facile ma bisogna farlo per noi stessi. Se riesci a sorridere la vita può anche sembrare più bella nonostante tutto ! Ti abbraccio forte.

  4. Amica mia,i momenti di fragilità esistono,altrimenti non saremmo umani. A volte ho paura di addormentarmi per scoprire un nuovo problema il giorno dopo,altre volte invece spero di svegliarmi da un incubo. E che delusione scoprire che lei c’è. Quel maledetto controllo la mattina per vedere se è tutto in ordine nella “normalità ” è ormai un appuntamento fisso.
    Ci sono giorni in cui prima di addormentarmi immagino di correre,di sentirmi libera da questa fatica perenne. Ma la realtà è più dura. E noi siamo più toste di lei. Anche se abbiamo momenti difficili,in cui tutto sembra impossibile. .ce la facciamo..sempre. ci vorrà più tempo,altra forza,altra pazienza. Ma ci riusciremo. Ti sono vicina,grazie per aver messo a nudo queste tue paure che sono anche mie

  5. Ciao Fanny
    Mi rivedo in tutto quello che dici. Dormo pochissimo e molto ‘male’ un dormiveglia continuo e durante la notte più volte e sopratutto la mattina mi faccio il check-in di tutto il corpo. Mi tocco un piede con l’altro, mi stiro le dita delle mani, mi do un pizzicotto alle gambe, chiudo prima occhio destro e poi il sinistro (quello ‘marcio’)…. Il tutto mentre sudo freddo per paura di non superare il check-in…. Quello che sta facendo la nostra amica invasiva, per quanto mi riguarda , mi sta uccidendo psicologicamente ancora prima che fisicamente… Non c’è la faccio più, perché se anche supero l’esame quotidiano nel frattempo mi accorgo che le cose vanno sempre peggio e il terrore psicologico di cadere nel baratro tutto in una volta mi spaventa da morire.

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