Un anno trascorso con la sclerosi multipla

francesca-favaro-31-5-2016

Oggi pubblichiamo la testimonianza di Francesca che ha deciso raccontare su questo blog la sua storia. Se all’inizio la SM le ha dato dubbi e paure, oggi sente di avere più forza di quanto avrebbe immaginato. 

Sono Francesca, ho 48 anni e dalla scorsa estate ho scoperto di avere una nuova compagna di vita, la sclerosi multipla.

Era il primo giorno di una vacanza tanto attesa, che arrivava al termine di un anno molto pesante sotto tutti i punti di vista: sia sul piano fisico, sia su quello emotivo. Mi sono svegliata con strana sensazione alla gamba sinistra, come se fosse intorpidita, addormentata. Come al solito, però, ho dato colpa alla schiena che da un po’ di tempo mi dava dei problemi.

Quella mattina io e il mio compagno andammo al mare, ma più passava il tempo e più mi accorgevo che quella strana sensazione con cui mi ero svegliata non andava via, anzi, aumentava sempre di più ed io cominciavo a perdere forza anche nella gamba destra.

Dopo qualche giorno siamo andati  al pronto soccorso dove mi hanno riscontrato una lombalgia. Una diagnosi che è stata la mia fortuna. Max, il mio compagno, infatti, mi ha ricordato proprio in quel momento che mio cugino, primario di neurologia, lavorava in ospedale a circa un’ora dal posto dove stavamo villeggiando.

A questo punto l’ho chiamato. Mi attendeva in ospedale per visitarmi e, dopo avermi fatto fare una risonanza, mi ha ricoverato per maggiori accertamenti.

Sono rimasta in ospedale una settimana e, a pensarci bene, il mio cambiamento è cominciato già da lì. Se la Francesca di un tempo avrebbe cominciato a farsi mille domande e a cercare mille risposte negative, quella volta, invece, mi sono affidata completamente a quell’angelo di mio cugino che fece tutti gli accertamenti del caso.

Alla fine, poi, è arrivato il verdetto, ossia quelle due parole che terrorizzano e fanno pensare ad un destino terribile: sclerosi multipla.

A quella notizia sono caduta in una sorta di depressione, in un vortice di apatia che ha fatto tornare forte e vigorosa quella parte di me fifona e pessimista.

Non accettavo la malattia e questo, inconsciamente, mi fece tollerare poco anche il farmaco che mi era stato prescritto. Niente era più come prima.

Dopo un po’ di tempo, però, il destino mi ha fatto incontrare un vecchio amico che non sentivo da tempo, Davide. Anche la sua compagna ha la SM, da ben 13 anni. Loro mi hanno consigliato di scoprire la medicina cinese, pratica che mi ha aiutato molto nell’affrontare questo importante cambiamento facendomi guardare la cosa da un altro punto di vista e aiutandomi a cogliere gli aspetti tutto sommato positivi di quanto mi è successo.

Questo percorso mi ha aiutato a comprendere che nulla accade per caso e che a volte, anche le situazioni negative, possono aiutarci a cambiare, a diventare persone migliori e a superare i nostri limiti.

A tutto questo si è aggiunta la vicinanza e l’amore di Max, che non mi ha mai lasciata sola, della mia famiglia e di tutte le persone care, affetto e sostegno che mi hanno aiutato a ritrovare autostima e forza, quella forza che credevo fosse esaurita. E grazie a questo sono riuscita a capire quali piccoli cambiamenti apportare nella mia vita per poter stare meglio.

Oggi è trascorso quasi un anno dalla diagnosi. È da poco che ho cominciato a realizzare tutto questo, ma allo stesso tempo sento di essere un po’ più forte.

Ho accettato di dividere la mia quotidianità con la SM senza rinunciare alla mia vita, che deve continuare a scorrere come prima del suo arrivo. Questo, per me, è la cosa più importante.

I momenti di sconforto e di paura, ci sono ancora: basta avvertire una sensazione strana per far volare la mente lì, al fatto che è lei che si sta facendo sentire. A questi, però, se ne aggiungono molti altri in cui mi dimentico di lei e, se faccio un bilancio, posso dire che questi ultimi sono molto più frequenti.

Nel frattempo ho conosciuto tante persone che come me vivono con la SM, alcune delle quali hanno dovuto affrontare più ricadute dopo l’esordio della malattia. Io però, voglio pensare che sarò fortunata e che, come molti, non avrò altri episodi acuti. La nuova Francesca, infatti, ha imparato a pensare positivo!

 

Se anche tu vuoi raccontarci la tua storia scrivi a blog@giovanioltrelasm.it 

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9 commenti

  1. Ci vorrebbe un cugino primario in neurologia per tutti noi. Quando mi sono rivolto al pronto soccorso con una gamba praticamente priva di sensibilità, il neurologo non mi ha voluto ricoverare. Mi ha detto di fare una risonanza magnetica. Quando ho detto che per la risonanza magnetica ci voleva un anno mi ha chiaramente fatto capire che l’unico modo per poterla fare prima era conoscere qualcuno….

  2. Non e’ possibile aspettare un anno per la R.M.. Dovresti farti ricoverare in ospedale qualche giorno e solo cosi’ ti faranno subito le risonanza magnetica. Io ho fatto così ed e stato veloce fare tutti i test, la RM e altri. Diagnosi finale, (in tre giorni), …….. S.M ed inizio terapie. Mi affligge ancora, seguito dal reparto Algologico. Ed ora dopo 2 anni, con terapie a base di oppio, cannabis ed altro ancora, si è ridotto il numero di eventi
    dolorosi durante le 24 ore. Saluti, Terenzio da Cuneo.

    • “Dovresti farti ricoverare”….come se sono i pazienti a deciderlo. Cmq la mia storia risale a qualche anno fa. Dopo due settimane quando i sintomi sono peggiorati e la perdita di sensibilità é arrivata anche al busto mi sono rivolto nuovamente al pronto soccorso e hanno deciso solo allora di ricoverarmi. Ma è sotto gli occhi di tutti (almeno dove abito io) che chi conosce qualcuno ha vie più semplici e tempi brevi. Poi se in questo blog si vogliono raccontare solo favole…fate pure.

  3. Fai bene a pensare positivo…… stai solo all’inizio…. “la bestia è li con te che ti osserva….”ti auguro tutto il bene possibile. un saluto

  4. Ciao!io ho la SM da 4anni,cosa intendi x medicina cinese?

    • Ciao Susanna il mio ragazzo da due anni è stata diagnosticata la sm ed io non fermandomi al semplice farmaco ho deciso di curiosare nelle cure omeopatiche, ho trovato l’ hericium erinaceus che ha numerosi benefici per questa malattia.informati su internet e vedi un po tu…

  5. Una partita a scacchi col diavolo 16 anni che la mia compagna di vita mi accompagna. Questo anno ho fatto 5 km a nuoto x una traversata al lago. Sempre avanti ragazzi xche lo metteremo in quel posto al diavolo

  6. Mi chiamo Francesca anche io e fra poco compirò 48 anni ma…non ho un cugino neurologo :)))
    Comunque, anche se ho dovuto combattere con la presunzione e l’ incompetenza dei medici ospedalieri della mia città, sono arrivata alla diagnosi e terapia a Milano nell’autunno 2015 e lì ho trovato quella che io chiamo il “mio angelo custode” ossia la mia neurologa di rifermento.
    E solo allora ho capito di essere più RICCA di prima perchè ho avuto modo di capire meglio le priorità della vita e anche la sensibilità delle persone….quante persone che credevo distanti si sono dimostrate vicine e viceversa!
    Ora sono in grado di scegliere chi merita di conividere con me le mie ansie e le mie paure ma, credetemi, anche le gioie che, nonostante tutto, ci sono!!!
    Credetemi: non è poco!

  7. Ciao Francesca, sei incoraggiante; il tuo racconto aiuta a reagire e a non lasciarsi andare.
    Quando si affrontano situazioni difficili, poi c’è sempre il risvolto della medaglia ( per così dire ) ed uno ne esce più forte di prima noi l’abbiamo riscontato. io assisto mia moglie Aurelia 24 ore su 24 da tre anni e mezzo sulla sedia. E vero che per ora non ci sono cure; ma noi abbiamo riscontrato, che essere positivi ed avere l’affetto e l’amore dei propri cari; è già una buona cura. Importante è la fede per continuare a mantenere accesa la speranza…
    Ti auguro tutto il bene che desidera il tuo cuore!
    Antonino l’ombra di Aurelia!

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