Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

La sconcertante visione del mio ovvio

Pochi giorni fa vedendo il programma di concerti di una nota festa qui in Toscana, avevo maturato l’idea di provare a chiedere informazioni per parteciparvi. Purtroppo il periodo non è dei migliori e mi stanco facilmente, quindi ho ritenuto opportuno chiedere dell’organizzazione dei concerti, per capire se poteva essere fattibile andare o no.

Ci sono cascata di nuovo, ancora una volta ho creduto nella cultura e intelligenza della gente e ancora una volta  ho capito che l’ovvietà in quello che scrivo non viene letta.

Non è ovvio che avere la sclerosi multipla equivale a essere disabile, e men che meno un accompagnatore è solo un posto in più non un aiuto.

Vi riporto la conversazione via mail avuta. Io mi chiamerò A, la responsabile della festa  sarà B, vediamo se trovate quello che non và nelle risposte o sono solo pazza io!

A: Buongiorno, vorrei venire ad un vostro concerto, avendo la sclerosi multipla chiedo se vi erano posti a sedere disponibili. Grazie

B: Quando vorresti venire?

A: Vorrei venire al concerto di ….. se possibile.

B: Quella sera ci sarà tanta gente, parla con le ragazze delle transenne.

A: Io cammino, ed ho il mio ragazzo se ho problemi di equilibrio, ho solo problemi di resistenza e fatica dopo un pò in piedi. Ditemi se è possibile grazie tante

B: Nel piazzale non disponiamo di posti seduti.  Riserviamo sottopalco un’area ristretta per le persone disabili.

A. Come faccio a chiedere due posti nell’area disabili per me e un accompagnatore?

B:L’accompagnatore non può entrare. Altrimenti non c’è posto per tutti…

9 risposte

  1. NON HO PAROLE! Anzi le avrei: è veramente vergognoso. Il pubblico è pur sempre il pubblico. Io scriverei all’artista descrivendo l’accaduto: non per polemica nei confronti dell’organizzazione ma per segnalare che uno staff che non prevede le esigenze del pubblico forse andrebbe adeguatamente sensibilizzato. Se fossi trattata in questo modo non prenderei parte più ad alcun concerto e non comprerei nemmeno più la musica di quell’artista. Brutta cosa l’ignoranza, cara omonima. Ti abbraccio.

    1. ma l’artista me sa che non ci pensa proprio, bah. Brutta cosa soprattutto l’accompagnatore che ti deposita e poi ti lascia come un pacco, non credo davvero abbiano una buona concezione della disabilità. bacio

  2. Ovviamente sconcertante, mai dubitare della stupidità della superficialità, perché pensare che basti creare un recinto dove “rinchiudere” la disabilità per farli contenti!?

  3. Assurdo. Ci sarebbe da scatenare un bel casino. Perchè fatemi capire..viene considerato disabile solo chi è in carrozzina? E gli altri? Per i canoni culturali dello staff di questo artista.. gli altri dovrebbero portarsi la sedia da casa???!!

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Davide

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