Storie per un mondo libero dalla sclerosi multipla

Piccoli incidenti quotidiani

M. si è sempre sobbarcata tutte le responsabilità di una vita già messa alla prova. Ora la sclerosi multipla l’ha messa in crisi e ci spiega come ha imparato a chiedere aiuto.

Ho 39 anni, di cui gli ultimi 7 passati in “compagnia” della mia coinquilina.

Oggi ha vinto lei. Sono crollata all’ennesimo incidente in cucina, senza gravi conseguenze a parte una pizza fatta in casa che finisce a terra e, rispettando la legge di Murphy, cade a faccia in giù.

Sono crollata in un pianto inconsolabile e arrabbiato come mai perché oggi, per la prima volta, mi sono chiesta: perché a me?

Sono stanca di rompere piatti e bicchieri, di dover aspettare 10 minuti dopo una lunga (quando riesco) passeggiata prima di mettermi alla guida perché ho le gambe dure, di non indossare i tacchi per ore, di non poter più pattinare, correre, insegnare a mio figlio come andare senza rotelle con la bici, stare attenta al cin-cin perché mi trema la mano, di protrarre un raffreddore per mesi, non poter camminare sul bagnasciuga, non poter fare un qualsiasi corso in palestra, prendere in giro la mia tremarella alla gamba quando è accavallata sull’altra e molto altro…

Perché a me? Come se non mi fosse bastato averla già conosciuta su mia madre 25 anni fa, come se non bastasse aver perso mio padre e aver mollato gli studi per portare il pane a casa. Come se non bastasse a me, che non ho mai chiesto aiuto per niente. Nemmeno in viaggio di nozze, quando si è presentata bussando prepotente un giorno finché guardavo l’oceano.

“Faccio io” Era la mia risposta per tutto ed oggi invece, con le lacrime agli occhi ho preso coscienza di dover chiedere. Fortunatamente sono circondata da persone a cui POSSO chiedere e sennò, fanculo! Farò con calma e romperò un altro bicchiere.

M.

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7 risposte

  1. Ciao,capisco molto bene quello che dici. Qualche giorno fa con mio marito abbiamo preso l’ennesimo set di bicchieri e lui con ironia mi ha detto… che dici ne prendiamo una scatola in più?
    In quel momento mi è venuto da sorridere perché sono 12 anni che sono sposata e 11 che “lei” è con noi,ad ogni piatto rotto,bicchiere o tazzina tante volte c’è tanta rabbia che segue subito dopo.. però poi riesco a sdrammatizzare e ogni tanto invece scende la lacrimuccia,dovremmo imparare a chiedere aiuto un pochino prima!

  2. Grazie per questa storia M. é una storia in cui tantissimi di noi si riconosceranno, davvero bello avere persone a cui puoi chiedere e davvero bello il … Se no fanculo. Un abbraccio.

    1. Grazie di cuore…..convivo con la “coinquilina” carino il modo in cui la definisci da circa 9 mesi e ne ho rotte di tazzine e bicchieri, da qualche giorno la gamba sinistra sembra un tronco…..pazienza, sto imparando a convincerci e come ho detto in un post di un paio di mesi fa ” barcollo ma non mollo”!!! Un abbraccio

    2. Cara M. mi ritrovo in quasi tutto ciò che hai scritto.. Hai quindi tutta la mia comprensione, alle volte è così avvilente non riuscire più a fare piccole cose a compiere piccoli gesti del tutto naturali..
      Alle volte ci rido su, altre mi parte una sfuriata all’ennesima cosa che mi cade e si rompe, altre ancora singhiozzo in silenzio quando perdo l’equilibrio.
      Ogni volta però mi dico che sono più forte io e anche io “barcollo ma non mollo”!
      Un abbraccio sincero.
      Elisa

  3. Complimenti ti ammiro!
    Io invece mi faccio prendere dallo sconforto per non riuscire a fare tutto quello che vorrei con mio figlio…

  4. Ho scoperto solo l’anno scorso di avere la SM, ho cominciato con un formicolio persistente al viso e alle estremità delle dita della mano. Leggo le vostre storie vere e mi rendo conto che probabilmente ce l’ ho da anni.. la cosa che mi dà più fastidio è la perdita dei discorsi e delle parole, non ho più una forte concentrazione. Spero solo non peggiori.. barcollo ma non mollo, è un motto più che perfetto ! un abbraccio a tutti f.

  5. Per fortuna in casa mia, grazie ai turni di notte di mio marito, arrivano 2 bicchieri di Nutella a settimana, quindi neho da rompere, però hai ragione quando ti incavoli perché non puoi fare le cose più banali con i bambini, correre, giocare per ore sul tappeto… la nostra amica è così, io fino ad oggi non ho chiesto aiuto e spero di non doverlo chiedere mai, a volte sembra più pietà che amore. Non la facciamo vincere, siamo sclerati, siamo tosti!

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Ti capisco perfettamente e conosco molto bene quello che stai o che hai provato. Devi sapere che ci sono passato anch’io. Anch’io ho vissuto sulla mia pelle in prima persona la tua stessa esperienza, la tua stessa paura, la tua rabbia, il tuo senso di smarrimento, il tuo senso di sconfitta ed in particolar modo il tuo stesso dolore. E’ vero non è facile accettare quello che ci è successo.

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